Cala il sipario sulla sessantesima edizione dei David di Donatello. Ha vinto “Anime nere”, un film, potente e duro che racconta l’Aspromonte e la ‘ndrangheta in modo crudo e senza orpelli stilistici. Il regista Francesco Munzi, al suo terzo lungometraggio, ha sbaragliato una concorrenza di tutto rispetto: “Mia madre” di Nanni Moretti, “Il giovane favoloso” di Mario Martone, “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo e “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi”.
I primi due non sono tuttavia rimasti a secco di premi ottenendo rispettivamente le prestigiose statuette per la migliore interpretazione femminile e maschile, a Margherita Buy e a Elio Germano. Due David anch’essi meritatissimi per due complesse e intense prove di recitazione.
Ha conquistato il premio per il miglior documentario di lungometraggio il film di Franco Maresco “Belluscone – Una storia siciliana”, una cine-inchiesta dal taglio irriverente e sarcastico.
Una cerimonia densa e agile, scandita dalla diretta televisiva di Rai Movie, poi in differita su Rai1. Alla conduzione un Tullio Solenghi in grande forma che non si è risparmiato nelle battute ai premiati e premiatori e agli ospiti in sala. Come quella rivolta al ministro Franceschini: “Bello vedere, di questi tempi, un politico non inquisito”.
Star internazionale acclamatissima il regista Quentin Tarantino che ha ricevuto due David di Donatello, il primo che non ritirò ai tempi dell’assegnazione per “Pulp Fiction” e il secondo per “Django Unchained”. Tarantino, nel corso della mattinata era stato protagonista di un divertente siparietto con il presidente della Repubblica. “Uscire dalla crisi non è facile. Signor Tarantino – ha detto Sergio Mattarella -, anche se lei ci prestasse il suo mister Wolf (uno dei personaggi cult di “Pulp Fiction”, ndr) neppure lui riuscirebbe da solo a risolvere tutti i problemi”.
Sul palco dei David il regista americano ha lodato il cinema italiano che lo ha sempre ispirato: “Il primo film che ho visto al cinema è stato “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola”. A premiarlo Ennio Morricone, salutato con una standing ovation. Il compositore che ha scritto le musiche di più di cinquecento film ha rivelato che il giorno prima della cerimonia Tarantino si è recato a casa sua per chiedergli di scrivere la colonna sonora per il suo prossimo film.
Omaggio finale in stile hollywoodiano ad alcune grandi personalità del cinema e della cultura recentemente scomparse. Da Virna Lisi a Francesco Rosi, da Manuel De Sica a Giorgio Faletti. Sulle note di “Nuovo Cinema Paradiso”.