Vincenzo ed Erri. Stesso cognome. Entrambi meridionali. Praticamente coetanei. Tutti e due sottoinchiesta. Ma le similitudini si fermano qui. La fisiognomica da sola potrebbe dare il suo responso inappellabile nel tracciare il profilo psicologico e morale dei due omonimi. I lineamenti gentili di Erri, il volto tronfio di Vincenzo…
Erri è uno scrittore e crede nella libertà di espressione. Si è battuto alacremente contro la Tav in Val di Susa ed è stato iscritto nel registro degli indagati. “Va sabotata” disse due anni fa in un’intervista all’Huffington Post, chiarendo poi che non era un incitamento al terrorismo ma una frase per far comprendere che la Tav è “un’opera nociva e inutile”.
Vincenzo è il presidente della Regione Campania e non crede nellalibertà di espressione.
E’ sotto processo, in qualità di ex sindaco per il caso “Crescent”, ecomostro di trecento metri sul litorale di Salerno. Sul CrescentReport ci ha fatto un’inchiesta, con la consueta professionalità e rigore che contraddistingue la trasmissione condotta da Milena Gabanelli. Il commento del governatore: “Voi vi sintonizzate su Rai Tre e avrete atti di camorrismo giornalistico“.
Il prossimo 4 ottobre sulle montagne nei pressi di Aix en Provence si terrà una marcia per sostenere simbolicamente De Luca (Erri) e la libertà di parola. Chi potrà farlo è bene che ci vada, anche per rimarcare la differenza fra chi vorrebbe far tacere coloro che denunciano le illegalità e chi usa la parola come strumento di lotta civile.
Articolo di Stefano Corradino pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”