Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann, Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm, l’architetto Walter Gropius, i pittori Paul Klee, Wassili Kandinsky e Piet Mondrian, gli scienziati Albert Einstein e Sigmund Freud, i registi Fritz Lang e Franz Murnau… Sono solo alcuni degli straordinari autori le cui opere furono bruciate il 10 maggio 1933 dai nazisti perché accusati di aver “corrotto” e “giudaizzato” una presunta “cultura tedesca”. Fu Goebbels a lanciare la sua campagna propagandistica contro quella che definiva una “arte degenerata”.
Domani, a ottanta anni di distanza, Radio3 Rai ha deciso di ricordare questa terribile ricorrenza e, in ogni trasmissione adotterà un libro, o un autore, tra i libri bruciati nel rogo di Berlino. “L’anniversario – ha spiegato il direttore Marino Sinibaldi – “e’ l’occasione in primo luogo di raccontare una tragedia e, nel nostro piccolo, di risarcire le vittime”.
Articolo21 ha deciso di aderire all’iniziativa e domani farà la stessa cosa richiamando uno dei libri bruciati o degli autori perseguitati per ciascun articolo pubblicato. Ma sarebbe una bella dimostrazione di sensibilità culturale e civile se domani, su tutti i media (tv, radio, quotidiani, giornali on line) ma anche nei blog e nei profili dei social network ciascuno ricordasse un libro o un autore indesiderato. Hastag #maipiulibrialrogo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/09/rogo-di-berlino-trentanni-dopo-ricordiamo-gli-autori-dei-libri-maipiulibrialrogo/588802/
Avellino, e cerca di
proteggere la madre da
un compagno geloso e possessivo.
Ma lui una mattina d’inverno la
uccide sparandole sei colpi al viso.
Giuseppina, moglie e madre di
Carpi (Modena), viene uccisa a
coltellate dal marito follemente
geloso che aveva riempito casa di
telecamere per controllarla. Maria
Rosaria, splendida ragazza di 29
anni, voleva realizzare il sogno di
diventare giornalista. Invece
incontra l’uomo sbagliato che,
una sera, in macchina, la ucciderà
con quattordici coltellate.
Sono solo alcune delle tragiche
storie di violenza sulle donne
raccontate nella nuova edizione
di “Amore criminale” in onda dal
3 maggio, ogni venerdì in prima
serata su Rai3. Dopo Luisa Ranieri,
è Barbara De Rossi la nuova
narratrice del programma, pronta
a intervistare tutte quelle donne
che sono riuscite a spezzare la
catena della violenza e a salvarsi.
Perché ha scelto di condurre
Amore criminale?
Quando mi è stata proposta
questa opportunità ne sono stata
molto felice. è un programma che
seguo con interesse da anni. I
temi purtroppo sono di grande
attualità. Una conduzione un po’
particolare, in realtà accompagno
il pubblico nel racconto di storie
drammatiche di donne.
Cosa porta della sua esperienza
professionale nella trasmissione?
Porto la mia sensibilità, la misura,
la delicatezza. Perché per entrare
in un argomento del genere ci
vuole grande tatto e attenzione.
Ci sono anche molte donne
sopravvissute. Con le loro
famiglie. Il dolore che resta.
E di sé? Della sua storia personale
cosa porta?
Donne a me molto vicine hanno
vissuto situazioni drammatiche.
E, proprio in ragione delle vicende
di cui sono stata testimone, cerco
nelle interviste all’interno del
programma di andare dritta al
problema, tenendo conto dello
stato d’animo delle donne che in
molti casi, purtroppo, pensano
che tollerare sia giusto. Una mia
amica per molti anni ha sopportato
una situazione del genere.
Perché sopportano e non
denunciano?
Pensano sia amore e invece non lo
è. Sono amori sbagliati e molte
donne non se ne rendono conto e
subiscono maltrattamenti senza
ribellarsi. E quindi non denunciano
abbastanza. Perché hanno paura.
Il termine “femminicidio”
descrive adeguatamente il
fenomeno?
Come altro chiamare questo
bollettino di guerra quotidiano?
123 donne ammazzate solo nel
2012, praticamente una ogni tre
giorni… Maschi che ammazzano
femmine, ex mariti, ex compagni,
ex fidanzati rifiutati. L’iter è
sempre lo stesso: l’uomo che
tende a sottomettere e demolire
la donna, a farle vivere una
situazione di totale dipendenza.
E, nel momento in cui lei si ribella,
la uccide.
Come si fronteggia questa strage
quotidiana? Il presidente della
Camera Laura Boldrini, in una
lettera al Corriere della Sera, ha
auspicato che il Parlamento vari
nuove norme contro la violenza
di genere. Potrebbe servire?
Senza dubbio. Servirebbero
manovre molto più incisive. E in
ogni caso le leggi ci sono, il
problema è che non vengono
applicate. Fosse per me, istituirei
dei veri e propri “corpi speciali” a
difesa delle donne. Di recente una
donna ha denunciato il fatto che
il suo compagno possedeva una
pistola e la minacciava
ripetutamente. Si è sentita
rispondere dalle forze dell’ordine
che non si poteva fare più di
tanto. Mi domando: si deve
aspettare il sangue per
intervenire?
Oltre alla politica e alle
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