PIERO MARRAZZO, racconti senza filtri

A quasi dieci anni dall’ultima apparizione in video a “Mi manda Raitre”, Piero Marrazzo torna alla conduzione di un programma sulla Rai. Il 13 novembre su Rai2, in seconda serata, parte “Razza umana”, una trasmissione basata su documentari di costume e di politica, che verranno presentati e commentati da Marrazzo in studio. “La grande scommessa è quella di puntare sui documentari brevi”, sostiene il conduttore che, insieme ad alcuni ospiti, commenterà 4 o 5 filmati a serata della durata di 15 minuti circa.

Partiamo dal titolo: perché “Razza umana”?
Il titolo riprende la frase di Albert Einstein che, quando rientrò in America nel ’33, di fronte alla richiesta di indicare la propria razza, disse: “Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. Voleva dire che gli uomini sono tutti uguali. E quello che vogliamo fare noi è scandagliare i vari aspetti dell’umanità, attraverso documentari di costume e politica.

Il titolo è neutro ma potrebbe prestarsi anche a un’interpretazione negativa: “che razza di umanità…”
Il programma vuole essere un caleidoscopio che racconti come le donne e gli uomini sono cambiati. Nei suoi aspetti positivi e negativi così come facevano grandi autori, da Rossellini a Zavoli nei loro prestigiosi documentari realizzati per la Rai.  “Che razza di umanità” è un’interpretazione che mi piace. Noi cercheremo di tratteggiare i vari aspetti dell’essere umano, rifuggendo i facili stereotipi o le interpretazioni soggettive. Cercheremo di raccontare la realtà per quello che è, senza filtri. Facendo irrompere drammaturgie diverse, raccontando il dolore e la rabbia ma anche utilizzando il linguaggio dell’ironia e della satira. Penso a un format che si ispira al rotocalco. Mi piacerebbe poter stupire il telespettatore e portarlo a riflettere.  Con argomenti diversi che rispondono ad un unico filo narrativo.

I documentari saranno di breve durata
Dieci o quindici minuti massimo. Girati in tutto il mondo, prodotti internamente dalla Rai o di acquisto straniero. Tutti con un denominatore comune: la storia di un uomo o di un gruppo di uomini. In studio io cercherò di annodare le storie, narrandone anche altre e incontrando personaggi che rifletteranno sul concetto di “razza umana”.

Alla notizia del programma qualcuno ha sollevato dubbi sull’opportunità di trasmetterlo in relazione alla vicenda giudiziaria in cui lei è coinvolto. Tra l’altro come parte lesa e non come imputato.
Sono un giornalista della Rai da quasi trent’anni. Ogni giorno la mia azienda può chiedermi di fare il mio lavoro come ritiene. Dal desk, come corrispondente, per un reportage o alla guida di una struttura,  come ho già fatto in passato. Vorrei essere giudicato essenzialmente per il lavoro che svolgerò con la mia squadra. 

http://www.ufficiostampa.rai.it/sfogliabile/101460/18348/index.html

 

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