“Ci divertiremo un mondo”. E’ questo il sottotitolo della nuova edizione del “Kilimangiaro”, il programma di Rai3 che ogni domenica pomeriggio, dal 12 ottobre, accompagna i telespettatori in giro per il mondo. Dopo Licia Colò, pioniera della trasmissione arriva alla guida Camila Raznovich, fresca di conduzione di “Selfie”, programma radiofonico di Radio2. Camila non è nuova neanche alla terza rete Rai dove è stata voce narrante nel programma di cronaca nera “Amore criminale” e dove ha condotto qualche anno fa il talk show “Tatami”.
“Kilimangiaro” ha una tradizione lunghissima
Un passato prestigioso che rispetteremo.
Cosa ci sarà di diverso in questa nuova edizione?
Partiamo dalla tradizione rinnovando. A cominciare dallo studio. Ma ovviamente l’innovazione non sarà solo scenografica. Quei documentari fatti di paradisi, palme, spiagge meravigliose, avventura a cui i telespettatori delle quattordici edizioni precedenti erano abituati non mancheranno di certo. Cambierà la parte dedicata allo studio che sarà all’insegna dell’intrattenimento e del costume internazionale.
Sono numerose le trasmissioni televisive – tra canali generalisti e specializzati – dedicate ai viaggi. Qual è la specificità di “Kilimangiaro”?
Innanzitutto “Kilimangiaro” è da anni un “brand” storico e autorevole. E a differenza di altre trasmissioni la nostra è in diretta. Non documentari tout court ma un rapporto interattivo con i telespettatori. Avremo un consulente che risponderà alle domande, e collegamenti costanti con i social network. Un programma per la domenica pomeriggio che vuole essere in contatto con la gente e che non si guarderà in maniera passiva.
Quattro ore di diretta è una maratona televisiva. Come si farcisce uno spazio temporale così lungo?
Con un mix armonico fra reportage, diretta e collegamenti. I servizi dal mondo, gli ospiti in studio la possibilità di collegarsi in tempo reale via skype con personaggi in tutto il mondo. Come le blogger che dalla loro cameretta racconteranno un parco negli Usa.
In questi giorni si moltiplicano gli avvertimenti a non recarsi in alcuni paesi per il rischio “ebola” che rischia di scoraggiare i viaggiatori
Kilimangiaro avrà tra le sue rubriche quella di un “osservatorio internazionale” nel quale affronterà la situazione geopolitica del mondo e darà consigli sui paesi nei quali andare e su quelli che per il momento è preferibile evitare. Faremo un quadro delle guerre, dei pericoli in alcuni paesi, dei vaccini necessari. E lo faremo con il contributo dei giornalisti di testate Rai, esperti di esteri che, in ogni puntata racconteranno al pubblico tre zone calde del mondo, offrendo le istruzioni utili ad un turista che deve scegliere la propria destinazione in totale sicurezza.
Sei nata a Milano ma hai sempre viaggiato. Praticamente sei un’apolide.
Viaggio da quando sono nata. I miei genitori sono stranieri e io sono cresciuta in giro per il mondo. Dire che mi piace viaggiare è riduttivo. Ho viaggiato per tutta la vita, per lavoro, per amore. Per cultura, famiglia, retaggio. Inghilterra, Usa, Australia, Germania, India… Ma in questi luoghi non ci sono stata di passaggio e ho avuto la possibilità e la fortuna di viverci. Ho percorso le Ande in autobus da sola, ho girato una parte dell’Asia con lo zaino in spalla.
Qual è il rapporto degli italiani con i viaggi?
Siamo un popolo di viaggiatori, purtroppo adesso la crisi economica penalizza pesantemente anche i viaggi. Per una famiglia di quattro persone volo, vitto e alloggio in un paese straniero è un’impresa piuttosto costosa…
In “Kilimangiaro” ci sarà anche Dario Vergassola. Che ruolo avrà?
Sarà un battitore libero ma avrà anche delle rubriche fisse. Averlo in trasmissione è già di per sé un valore aggiunto straordinario!
Sei reduce dalla trasmissione “Selfie” di Radio2
Dopo due anni di maternità non vedevo l’ora di tornare a lavorare e quindi mi sono buttata a capofitto prima in radio e poi nella preparazione del “Kilimangiaro”, un programma davvero impegnativo. La radio è un mezzo che mi appartiene. Ho fatto radio da New York, quotidianamente, per tanti anni quindi mi sono sentita subito a mio agio.
La radio ha un ritmo diverso
E’ immediata, vieni corretto in tempo reale. La tv è un mezzo meno incalzante ma più rilassante. La radio non perdona!
Articolo di Stefano Corradino pubblicato sul Radiocorriere Tv