Perché la musica di Mozart continua a essere un modello? È vero – come sembrerebbe stando a numerosi esperimenti scientifici – che ha anche virtù curative? Qual è la Chiesa del futuro intravista da papa Francesco? In un momento come quello attuale sono ancora validi i messaggi di non violenza e disobbedienza civile del Mahatma Gandhi? La poesia, il teatro classico, possono alimentare ancora lo spirito dell’uomo moderno? Possono ancora farlo riflettere? Sono alcune delle domande, o talvolta dei veri e propri enigmi ai quali cercherà di rispondere “Visionari”, il programma ideato e condotto da Corrado Augias, in onda dal 4 maggio in seconda serata su Rai3. “Un programma ‘alto’ – ci tiene a sottolineare Augias al nostro giornale. Parlare di Einstein e della teoria della relatività incarna perfettamente la missione di servizio pubblico”.
I “Visionari” della scorsa edizione erano quegli uomini che, con le loro opere o il loro pensiero hanno cambiato il mondo. Sarà così anche quest’anno?
La scelta è rimasta con gli stessi criteri: scovare personaggi che, a modo loro, abbiano fatto una scoperta o abbiano anticipato una linea di tendenza. Come Einstein o Mozart. O Michelangelo, che non è solo quel sommo artista che conosciamo ma è anche colui che nelle volte della Cappella Sistina esprime giudizi teologici di una impronta fortemente innovativa tanto da metterlo in contrasto con il Papa. Il filo è individuare personalità che hanno avuto il lampo dell’intuizione o dell’innovazione.
Nel loro tempo, l’eccentricità che li contraddistingueva veniva vissuta come una forma di genialità o come pazzia?
Erano persone che, sicuramente, rispetto al loro tempo si mettevano su un sentiero a parte. Per tornare a Michelangelo ad esempio, lui sfidò palesemente la dottrina ufficiale, fortemente reazionaria, della Chiesa della controriforma, tanto che le sue posizioni furono giudicate addirittura protestanti o filo luterane.
Di Mozart quale aspetto avete scandagliato?
Mozart è stato un ragazzo prodigio ma che, a parte la malattia che lo stroncò a trentasei anni, finì la vita in uno stato di indigenza costretto a chiedere soldi in prestito agli amici e fratelli della loggia massonica alla quale era iscritto. E lì si apre l’enigma che affronteremo in trasmissione: perché si ridotto così uno che quando era ragazzino veniva ricevuto e decorato dal Papa?
Tra i visionari c’è anche Giacomo Leopardi che a scuola ci veniva raccontato come un poeta malato e pessimista mentre autorevoli critici letterari – da De Sanctis a Luporini – ne tratteggiavano uno spirito quasi rivoluzionario…
E’ verosimile ciò che scrivono De Sanctis e Luporini. Leopardi muore anche lui giovanissimo ma nel corso della sua vita, oltre ad essere lo straordinario poeta che conosciamo era anche un uomo che si esaltò dei primi moti unitari risorgimentali. “L’armi, qua l’armi: io solo combatterò, procomberò sol io…” così recitano i versi di una delle sue liriche giovanili…
Tutti i visionari che avete passato in rassegna fanno parte del passato, remoto o recente ma sono tutti, in ogni caso, deceduti. Tranne uno che avete inserito nella rosa di questa edizione, papa Francesco.
Abbiamo voluto fare un esperimento, un uomo vivente, Bergoglio, dopo un anno di pontificato. Del resto anche Dante aveva giudicato Bonifacio VIII quando era vivo e noi più modestamente ci permettiamo di dire cosa pensiamo di papa Francesco dopo un anno.
Ce lo puoi anticipare?
Un papa fortemente innovatore sul piano sociale, e più cauto sul piano dottrinale dopo i primi passi molto arditi. Anche qui c’è un enigma che cercheremo di sondare con l’aiuto di testimonianze “pro e contro” Francesco.
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Intervista di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv