Allodole del mattino o uccelli della notte? Chi sono i telespettatori di oggi? Come sono cambiate le abitudini davanti al piccolo schermo? è mutata la programmazione della cosiddetta “terza serata”? Secondo un recente studio della London School of Economics and Political Science, più il valore QI (quoziente intellettivo) è alto più si è attivi di notte e quindi più tardi si va a dormire. Non sappiamo se la ricerca britannica sia da considerare attendibile, ma sta di fatto che per varie ragioni (si torna più tardi dal lavoro – per chi ancora il lavoro ce l’ha -, si cena più tardi, ci si mette davanti al computer dopo cena…) il momento in cui si va a dormire si è indubbiamente spostato. E così anche la tv si è dovuta adeguare ai cosiddetti ritmi circadiani: si spostano in avanti le lancette della prima serata e di conseguenza della seconda e della terza.
Se alle 23.30 un tempo era già notte, magari non “fonda”, ma quantomeno inoltrata, oggi a quest’ora inizia la prima parte di un talk show di seconda serata o il primo tempo di un film. «Agli inizi “Fuori orario” andava in onda una volta a settimana, il giovedì», ha raccontato Enrico Ghezzi in una recente intervista al Tv Radiocorriere. «Partivamo letteralmente fuori orario: non eravamo neanche programmati nel Radiocorriere Tv: occupavamo lo spazio lasciato libero dallo sbordare di Samarcanda».
Oggi la programmazione è scandita nelle fasce notturne , senza soluzione di continuità. Abbiamo preso a caso nel palinsesto Rai un giorno qualsiasi della settimana, un venerdì estivo. Sulla rete ammiraglia della Rai, dopo il Tg1 notte, abbiamo incontrato “Sottovoce” di Gigi Marzullo, in cui si traccia il percorso umano, artistico e professionale di personaggi noti dello sport, dello spettacolo o della cultura ai quali viene chiesto, per concludere – un refrain divenuto cult – di farsi una domanda e darsi la risposta. Subito dopo, per la serie “Visioni private” di Rai Educational si ripercorre la carriera di Umberto Brindani, giornalista e attualmente direttore del settimanale “Oggi”. A seguire “Mille e una notte”: il teatro in tv ospita una rappresentazione dell’Orlando Furioso. Le notizie di Euronews accompagnano il sorgere del sole fino a “UnoMattina caffè”. E tutta la notte, senza soluzione di continuità, l’informazione è a portata di mano con Rainews24, tra notiziari, approfondimenti e rassegne stampa.
La programmazione notturna di Rai2 rispolvera le indimenticabili vecchie puntate di “Quelli della notte”: era il 1985, l’anno in cui un funambolico Renzo Arbore si inventò il programma andato in onda sulla seconda rete per trentatrè puntate e che resta una pietra miliare nella programmazione televisiva della Rai. Iniziava in un clima brioso e leggero, ma mai banale e alternava i brani della New Pathetic Elastic Orchestra ai memorabili sketch di Nino Frassica, Andy Luotto, Marisa Laurito, Simona Marchini, Roberto D’Agostino, Giorgio Bracardi, solo per citarne LANOtte rAI alcuni. Dopo “Quelli della Notte”, Rai2 intrattiene i telespettatori attraverso una lunghissima passerella di comici.
E ora uno sguardo anche alla notte di Rai3, che è “Fuori Orario”, ma adesso l’orario è cadenzato. La gran parte dei film è in bianco e nero, pellicole straniere in lingua originale e magari sottotitolate in una seconda lingua, che però non sempre è l’italiano. Venerdì vanno in onda tre film di seguito dai titoli ben poco noti, talvolta impronunciabili: “Vidas Secas”, “San Zimei” e “Benzedeiras de Minas”. Quest’ultimo è del regista Andrea Tonacci, che documenta la permanenza dei rituali del mondo indigeno brasiliano e la violazione della modernità capitalista. Materiale per palati piuttosto fini! Eppure, nonostante l’estrosità delle proposte, c’è un pubblico di affezionati per queste pellicole “di nicchia” a notte fonda, che oscilla tra le cinquanta e le cento mila persone. Ma “film di nicchia” è un’accezione che non piace a Enrico Ghezzi, che di queste pellicole è il propugnatore: «Nicchia è un termine divertente, molto vecchio, fa pensare alle statue, alle sculture, alla chiesa. Qualcosa che ti blocca perfino l’ombra… Non ho mai voluto fare un programma di nicchia. Se volessimo, potremmo fare benissimo una trasmissione con gli stessi film trasmessi in prima serata, trattati diversamente».
L’esistenza – e la persistenza – di un pubblico notturno indusse la Rai a creare nel 1996 persino l’apposita struttura “Rai Notte”, con una programmazione dai ritmi lenti e con una particolare attenzione alla cultura e alla riflessione sull’attualità. “Rai Notte” ha chiuso nel maggio 2010, ma i programmi notturni della Rai no. E forse meriterebbero un’attenzione maggiore, magari qualche originale autoproduzione. «La notte è calda – scriveva Antonio Tabucchi – la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie». Anche in tv.
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