Un festival di alta qualità artistica, culturale e tecnica, che dal 1974 si tiene annualmente a Sanremo. Questo è il Premio Tenco. Una manifestazione unica alla quale vengono invitati i più interessanti cantanti-autori italiani e stranieri ma anche un’occasione di incontro e di amicizia fra artisti e operatori della musica. Ne parliamo con Enrico De Angelis (nella foto in basso) direttore artistico del Premio.
Quest’anno il Tenco è interamente dedicato al cantautore Francesco Guccini. Perché questa scelta?
Noi amiamo ogni tanto organizzare questa rassegna in maniera monografica dedicandola a un tema o ad un personaggio. Quest’anno ci è sembrato doveroso riservarla a Francesco Guccini a cui tra l’altro, nel lontano 1975 abbiamo dato il nostro Premio Tenco. Questo riconoscimento è quindi un premio alla carriera, a quarant’anni di distanza, a questo grande cantautore che ha compiuto settantacinque anni e che annunciato di non volersi più esibire come cantautore privilegiando la sua attività di scrittore.
Come è avvenuto l’omaggio a Guccini?
Tutti gli artisti che abbiamo invitato alla rassegna hanno interpretato una sua canzone. E’ stato quindi interessante vedere come i suoi brani sono stati eseguiti da artisti di natura e stile completamente diversi l’uno dall’altro. In più dal momento che le nostre sono giornate piene dalla mattina alla notte tutti gli eventi collaterali, a partire dagli incontri del pomeriggio, sono stati incentrati sulla sua figura e sulle sue opere. Ci saranno proiezioni di docufilm su di lui, incontri con personaggi che gli sono stati e gli sono tuttora vicini e che potranno raccontare la loro esperienza personale con il cantautore modenese. Abbiamo anche invitato i suoi musicisti storici. Riuniti per l’occasione si sono esibiti la sera del sabato. L’evento clou è stato ovviamente quello di sabato pomeriggio con lo stesso Guccini che ha parlato di se e soprattutto della sua attività di scrittore.
Molti dei grandi cantautori del passato, da De André a Gaber, da Jannacci a Dalla, e ovviamente lo stesso Tenco, non ci sono più. Guccini va “in pensione”. Cosa resta oggi della canzone d’autore e come si è trasformata?
Non c’è dubbio che la canzone d’autore come siamo abituati a intenderla storicamente è mutata nel tempo, ma credo fermamente che trasformazione non sia sinonimo di sparizione. La canzone d’autore è un componimento sintetico dotato di testo e musica che ha un’autenticità e una decorosa forma poetica. Da questo punto di vista ci sarà sempre e c’è tuttora, ve lo assicuro. Noi giriamo molto per l’Italia alla ricerca di nuovi talenti e ne troviamo tanti di artisti, cantautori o gruppi che valorizzano ancora al massimo questo connubio tra parole e musica.
Sono cambiati i linguaggi?
Sicuramente, ma la canzone d’autore non è un genere. Può essere fatta in maniera tradizionale classica sui modelli francesi o americani ma ci può essere anche una canzone d’autore odierna che passa attraverso il rap, il rock, il jazz, il folk, la world music… Non è il genere musicale che conta.
E’ un pubblico “di nicchia” quello che ascolta i cantautori?
Non è certo facile imporli all’attenzione del pubblico, farli circuitare, promuoverli, distribuire i loro dischi. Noi però cerchiamo di farlo e non solo nei giorni della nostra rassegna. Come Club Tenco durante tutto l’anno svolgiamo attività di questo genere. Abbiamo ad esempio un format che si chiama “Il Tenco ascolta” dove riuniamo in varie città d’Italia nuovi talenti da proporre.
I media tradizionali (tv e radio) possono contribuire in tal senso?
La televisione potrebbe essere un mezzo formidabile di promozione. Di fatto adesso così non è perché la tv ha dei programmi musicali e format che sono più focalizzati a proporre le voci dei cantanti, gli interpreti. Noi cerchiamo invece nel cantautore, e cioè quello che scrive le canzoni, una spiccata creatività. E questo forse manca nei format televisivi. Lo stesso “Premio Tenco” per anni è stato seguito dalla Rai. Tuttavia oggi c’è molta attenzione da parte delle radio, a cominciare proprio da quelle del servizio pubblico (Radio2 e Radio7live sono media partner della rassegna, ndr) e questo sembra rivelare che l’ascolto radiofonico sia molto più adatto alla concentrazione sulla canzone d’autore. Resta il fatto che il sistema migliore affinché questi giovani talenti possano farsi conoscere è suonare dal vivo, anche nei piccoli locali.
Al Tenco vota un’ampia platea di giornalisti. Con quale criterio li avete scelti?
Devo innanzitutto chiarire un aspetto: gli artisti che invitiamo noi alla rassegna rispondono alle nostre autonome scelte artistiche. I giurati sono chiamati ad esprimersi sull’assegnazione delle “Targhe Tenco” un premio che viene dato ai migliori dischi italiani usciti negli ultimi dodici mesi. Queste targhe vengono votate da una giuria molto ampia. E ci piace chiamare al voto tantissimi giornalisti, circa duecento, che sono operatori dell’informazione musicale a più livelli, dai nomi più famosi della carta stampata ai giovani critici musicali che operano nelle piccole radio, nei blog e siti web, nelle fanzine… E in questo momento di declino della carta stampata, la radio e il web sono il serbatoio più ricco e interessante al quale attingere. Ed è una grande soddisfazione coinvolgerli nel voto.
Fonte: intervista di Stefano Corradino pubblicata su Radiocorriere Tv