E’ in corso una manifestazione il 28 maggio a Brescia in Piazza della Loggia. Sindacati e organizzazioni antifasciste si sono riuniti per dire no al terrorismo e a quelli che in seguito saranno ribattezzati gli “Anni di Piombo” e della strategia della tensione. C’era stata la strage di Gioia Tauro nel 1970, quella di Peteano del 1972, e la strage della Questura di Milano del 1973. Pochi mesi dopo sarà la volta dell’Italicus e il 2 agosto 1980 la strage della stazione di Bologna(ottantacinque vittime e oltre duecento feriti).
Alle 10.12 del 28 maggio il cuore pulsante di Brescia è radunato in un comizio antifascista. “La nostra Costituzione, voi lo sapete, vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista…”arringa Franco Castrezzati, segretario generale della Cisl bresciana.
All’improvviso la grande e colma piazza di Brescia è scossa da una bomba, nascosta in un cestino portarifiuti. E’ il panico. E tragico è il bilancio finale: 8 morti e oltre 100 feriti.
Solo dopo quarantadue anni, dodici processi e cinque istruttorie si è giunti all’ergastolo per Carlo Maria Maggi, leader di Ordine Nuovo e di Maurizio Tramonte, accusato di aver partecipato alle riunioni preparatorie dell’eccidio.
Il dispositivo che inchioda i colpevoli è del luglio scorso ma le motivazioni della sentenza ancora non sono state depositate.
La giustizia e la verità sulle stragi è una strada sempre troppo lunga ed irta di ostacoli.
“Giriamo una pagina che dura da tanto
una pagina triste che ci amareggia
facciamo in modo di evitare il compianto
per altri morti come quelli della Loggia”.
(“Nell’attimo breve”, canzone del 1975 interpretata da Milva)