Erano i primi di marzo del 2002, venti anni fa, quando con Giorgio Santelli ed altri amici decidemmo di dare vita al sito internet Articolo21. In principio era una vetrina dell’associazione. Dignitosa ma essenziale. Alcune notizie, qualche rubrica. Uno strumento per promuovere sulla rete l’attività di un’organizzazione che si batteva per denunciare le omissioni, le manipolazioni e le forme palesi o surrettizie di censura nell’informazione.
Fu quel funesto e vergognoso episodio ormai noto come “editto bulgaro” a trasformare l’idea del sito internet di Articolo21. In poche ore, e parliamo di venti anni fa, il server che ci ospitava esplose letteralmente per le decine di migliaia di adesioni e mail inviate da tutta Italia contro quella vergognosa censura ai danni di Enzo Biagi, Michele Santoro, Daniele Luttazzi. E lì capimmo che quella pagina virtuale di articoli, commenti e foto poteva diventare non solo un luogo di confronto tra “addetti ai lavori” ma uno strumento di denuncia quotidiana, di protesta e di proposta sui temi della libertà di informazione. Liste di proscrizione, querele temerarie, bavagli. Minacce, aggressioni ai media, esecutivi che controllano il servizio pubblico, vecchie e nuove precarietà, crisi e concentrazioni editoriali, conflitti di interesse irrisolti… Tutti fattori che contribuiscono ancora, a 20 anni di distanza, a una posizione indecorosa del nostro paese nelle graduatorie internazionali sulla libertà di informazione.
Ciò che abbiamo realizzato in questi venti anni è un giornale on line aggiornato 7 giorni su 7 (festività comprese) che si occupa di informazione in Italia e nel mondo, cercando di illuminare a giorno soggetti e temi sgraditi o relegati in coda alle notizie del “mainstream”. Tutto ciò è stato possibile grazie alle numerose collaborazioni, quotidiane o sporadiche. Abbiamo calcolato che più di 3mila firme si sono avvicendate in questi anni. Oltre 150mila tra articoli, interviste, approfondimenti, reportage, news… Grazie ad una redazione fatta sempre tutta da volontari che ha cercato di garantire un’informazione plurale, corretta, tempestiva e di diventare noi stessi fonte per colleghi di altri giornali, siti, tv, radio…
Niente pubblicità né finanziamenti pubblici. Né padrini né padroni. Niente articoli di gossip o di cronaca rosa che fanno rimbalzare accessi e visualizzazioni. Informazione, conflitti, mafie, stragi, immigrazione, morti sul lavoro, violenza contro le donne, diritti negati… Questi i nostri argomenti quotidiani. E poi libri, arte, teatro, cinema, musica…
Questo è un mestiere difficile e ogni giorno impone una scelta, scriveva Enzo Biagi, uno dei nostri soci fondatori e facciamo nostre le sue parole: crediamo di aver fatto un giornale pulito, un giornale onesto e qualche volta, forse, siamo riusciti a realizzare un buon giornale. In fondo, era la nostra più viva aspirazione.