Se questo è lo spirito dei tempi noi a questo tempo proprio non ci sentiamo di appartenere. E’ possibile che anche la pena di morte (la morte è già un pena) diventi parte del cosiddetto show business? In un luna park di Milano la nuova attrazione estiva è la simulazione di una sedia elettrica. Al costo di un euro puoi vedere la testa di un manichino che, come un condannato a morte in carne ed ossa, comincia ad arrostire per le scariche elettriche. Donne e uomini, fanno la fila davanti al gioco dell’orrore. Curiosità? Morbosità? Eccitazione di fronte alla violenza? Cosa può spingere dei genitori a far assistere i bambini a quello spettacolo ributtante? Magari qualcuno azzarderà adesso un’interpretazione pseudo sociologica, affermando che la messa in scena della morte in modo così tragico possa far crescere l’avversione alla pena di morte. Speriamo che qualcuno ci risparmi una simile delucidazione. Questa del luna park è una bestialità. Come lo era un videogioco distribuito mesi fa (Rule of rose) nel quale una bambina si trova catapultata in un posto cupo e misterioso e comincia ad essere protagonista di scene di violenza inimmaginabili.
Non vogliamo sapere chi è l’autore della geniale trovata. Vogliamo che sia immediatamente fatta sparire.
(Stefano Corradino – www.articolo21.org)