Di recente mi è capitato tra le mani il testo di uno scrittore e filosofo austriaco Ivan Illich scomparso nel 2002 che, tra le sue varie opere, ha scritto “L’elogio della bicicletta”, una vera e propria apologia di questo mezzo di trasporto, ideale per ammirare palazzi e monumenti vecchi e nuovi, gustare gli odori e i suoni delle città, incontrare la gente del posto. Un privilegio che non è concesso a tutti, specie nelle città ingolfate dal traffico e inquinate dallo smog. E senza piste ciclabili.
Ci sono località come Mantova, Ferrara e Ivrea che sembrano pensate e realizzate a misura d’uomo. E di bicicletta. Città che pur non essendo piccolissime (sono tutte sopra i 25mila abitanti) hanno conservato nel tempo un atmosfera tranquilla, centri storici nei quali il silenzio sembra proteggerle dal disarmante caos della nostra quotidianità. Passeggiare o pedalare per le strade di queste città d’arte è un tripudio degli occhi e dello spirito. Gli archi in successione dei portici di Mantova, costruiti tra il Cinquecento e il Seicento, che lambiscono il castello dove risiedevano i Gonzaga. Le rosse torri di Ivrea decantate dal Carducci, fortezze difensive dai grandi cortili dove si svolgevano sontuose feste medioevali. Lo spirito del Rinascimento di Ferrara, nei colori splendenti dei soffitti cinquecenteschi, tra le strade della città costellate da decine di edifici e chiese monumentali, i chiostri e i giardini gli ampi spazi verdi.
Vi guidiamo in questo numero in nuovo viaggio tra alcune località italiane da scoprire o da rivisitare. “L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani”, scriveva con ironia e saggezza il grande Ennio Flaiano di cui ricorre il centenario della nascita. Piuttosto che “accamparci” è ora che ritroviamo il piacere di iniziare un nuovo viaggio, per ritrovare nelle meraviglie del passato il fascino del presente e tracciare una personale cartografia del cuore e delle emozioni.
(di Stefano Corradino “Viaggiando”)