“Il principio tutto berlusconiano secondo cui il consenso prevale sulle regole è inaccettabile: per la nostra Costituzione la sovranità appartiene al popolo che, tuttavia, la deve esercitare sempre nelle forme e nei limiti della Costituzione. Quella di Berlusconi pertanto è una deformazione in senso personalistico, plebiscitario e populistico della nostra democrazia”. Ad affermarlo sul sito di Articolo21 è il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. “Per questo saremo a piazza Navona il 1° luglio. Per difendere la libertà di informazione e la Costituzione”.
Segretario, il Pd sarà alla manifestazione del 1 luglio a Roma?
Sì, saremo a Piazza Navona e in tutte le altre città dove per il primo luglio è stata indetta una mobilitazione civile.
Con quale spirito parteciperete?
Ci saremo perchè siamo fortemente critici nei confronti del Ddl Alfano: pensiamo che il problema dell’uso improprio delle intercettazioni vada affrontato alla fonte, e che non può essere il pretesto nè per ridurre gli interventi degli organi come la magistratura nè per mettere bavagli alla stampa.
Si tratta di modificarla o rigettarla completamente?
Questa legge è improponibile e ci mette al di fuori di tutti i contesti occidentali. Faremo la nostra battaglia senza riserve in parlamento.
Chi teme le intercettazioni?
Le varie cricche. Di loro non avremmo saputo niente senza intercettazioni.
Anche nel centro destra alcuni, in particolare i finiani, hanno storto la bocca sulla legge bavaglio.
Sì, e adesso chiediamo loro coerenza. Hanno sollevato più di una perplessità, ora devono dimostrare in che modo intendono opporsi.
Chi invece sostiene la legge lo fa rivendicando il diritto alla privacy.
Se esiste un uso improprio dell intercettazioni deve essere colpito alla fonte mettendo la responsabilità nelle mani dei magistrati inquirenti e degli uffici giudiziari affinchè selezionino e custodiscano le informazioni improprie che possono colpire la privacy. Detto questo l’informazione deve poter fare il suo mestiere. D’altronde, bloccarla è come cercare di fermare l’acqua con le mani… Ma è certo che se alla fonte si blocca la possibilità di colpire i reati anche stampa e tv rischiano di essere costretti al silenzio. Un colpo alla magistratura e all’informazione…
…I due obiettivi principali del Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli e della Loggia P2…. Quello era un piano per l’instaurazione di un Regime. Termine eccessivo per descrivere la realtà di oggi o ci siamo vicini?
Io ho sempre usato l’espressione deformazione della democrazia, che non è meno incisiva. Il principio tutto berlusconiano secondo cui il consenso prevale sulle regole, un principio inaccettabile: per la nostra Costituzione la sovranità appartiene al popolo che, tuttavia, la deve esercitare sempre nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Quella di Berlusconi pertanto è una deformazione in senso personalistico, plebiscitario e populistico della nostra democrazia.
Qual è, in questo contesto, il compito del Pd?
Ribadire che le regole vengono prima del consenso. E che questione democratica e sociale sono intrecciate. Se si riducono gli spazi della democrazia diminuiscono anche le risposte ai problemi sociali.
Sull’informazione però il centro sinistra non sembra aver brillato in questi anni.
Su questo tema limiti del centro sinistra magari ce ne possono essere stati. Sia dall’opposizione che nel corso della nostra esperienza di governo. Ma adesso l’esigenza è di unire le forze di opposizione e guardare avanti.
Magari riprendendo anche in mano un tema come il conflitto di interessi, piuttosto sottovalutato.
Un tema centrale: servono norme che limitino le posizioni dominanti nel campo dell’informazione. Serve una legge antitrust seria come è stato fatto per l’energia elettrica o il commercio. Una legge, ovviamente, diametralmente diversa dalla Gasparri. Dovrà essere uno dei primi punti di un programma di alternativa.
(di Stefano Corradino – www.articolo21.org)