“I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?” E’ la risposta perfetta all’accusa di Berlusconi ai programmi tv che “producono ansia…” La frase, del 2005, la prendiamo in prestito dall’autore che, anche in questo caso, si dimostra di straordinaria attualità… L’autore è Enzo Biagi di cui il 6 novembre, è stato il primo anniversario della morte. La figlia Bice ha appena scritto un libro “In viaggio con mio padre”, un diario delle emozioni provate girando l’Italia per parlare del padre alla gente semplice del nostro Paese. “Era come un padre, ci manca” sono le frasi più ricorrenti pronunciate dalle donne e dagli uomini incontrati nel lungo viaggio. Domenica 9 novembre Bice Biagi sarà ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.
Un libro su suo padre. Perché?
Per caso. Tutto nasce da alcuni viaggi fatti con mia sorella Carla. Siamo andati dove ci invitavano per raccontare di nostro padre. Circoli culturali, biblioteche, circoli Pd, università del tempo libero… Ogni volta che tornavo ero sempre carica di entusiasmo. Mi era piaciuta la gente che avevo incontrato. Gente che mio padre avrebbe voluto incontrare in un nuovo viaggio da nord a sud, che lui sognava di poter rifare per raccontare un’Italia pulita, quella di provincia. Dopo uno di questi viaggi, mentre raccontavo una delle ultime tappe, una collega mi ha detto “perché di queste storie non ne fai un libro?” E così è nata l’idea di un diario di viaggio a contatto con questa Italia così bella.
Chi ha incontrato durante il tragitto?
Le persone più diverse. Dal sacerdote di montagna che lo aveva conosciuto al vecchio partigiano di un paese vicino Reggio Emilia, che mi raccontava di aver dormito nei boschi con lui per parecchie notti e si ricordava i nomi dei luoghi e dei compagni… Centinaia di persone. Così belle e genuine e diverse tra di loro. Non pensavo lo conoscessero in tanti…
L’aggettivo che ricorreva di più parlando di Enzo?
“Per noi era come un padre” ci dicevano. A me e Carla veniva da rispondergli che per noi lo era davvero! E poi “quanto ci manca”. Queste le frasi più ricorrenti.
In che cosa è attuale Enzo Biagi?
Nella difesa della libertà e della democrazia.
Come vivrebbe la situazione politica e sociale italiana di oggi?
Male. Con grande angoscia e preoccupazione. Diceva da tempo che già alla terza settimana gli italiani faticavano ad andare avanti. Ma lo avrebbe detto con rabbia. non con rassegnazione, e avrebbe richiamato tutti i suoi amici alla necessità di resistere. Diceva che in fondo la resistenza non è mai finita e bisogna resistere tutti i giorni.
Come fanno gli studenti in piazza?
Sarebbe stato dalla loro parte. Con gli studenti e gli insegnanti che rivendicano un’istruzione per tutti, e di qualità. Aveva un bel rapporto di amicizia con Ignazio Marino. E quando seppe che da grande scienziato e ricercatore qual era andava via dall’Italia perché qui non riusciva a fare il suo lavoro, ci stette male. Oggi sarebbe dalla parte di tutti quelli che sono angosciati per i tagli alla ricerca, alla scuola, alla cultura.
Hanno proposto di consegnare a Milano l’Ambrogino d’oro alla sua memoria. La destra milanese ha detto no.
Era una parte politica che a mio padre onestamente non piaceva. E glielo mandava a dire. Ed è tutto probabile che a molti lui non piacesse. Per cui ringraziamo chi lo ha proposto e non ci fasciamo la testa se il centro destra milanese ha detto di no. Oltretutto né noi né mio padre siamo mai stati interessati a competizioni o a ottenere premi…
Dalle aggressioni in piazza a quelle ai programmi tv. Nelle cronache di questi giorni rimbalzano molti episodi che vedono protagoniste frange di estrema destra.
Quando mio padre parlava della destra ricordava un suo sogno: era con la nipotina Rachele, di religione ebraica e scappava in montagna nei luoghi in cui era stato partigiano. Scappavano tenendosi per mano e nel sogno lui le diceva di non preoccuparsi “perchè quei posti li conosco bene”. Avvertiva negli ultimi tempi un rigurgito di intolleranza, di fascismo. Starebbe male in questo momento.
Magari ci avrebbe realizzato una puntata de “Il Fatto”, una di queste ansiogene, come dice Berlusconi, che ci terrorizzano con il “malessere sociale”… Biagi trasmetteva ansia?
Non credo proprio. E vale anche per le poche o uniche trasmissioni che ancora informano correttamente la gente di questo paese. Magari Berlusconi, come ha fatto con l’editto bulgaro, smentirà anche queste affermazioni. Ma restano accuse pensanti e ingenerose verso gente che con grande fatica cerca di fare in modo onesto e pulito il suo lavoro.
Qualche giorno fa Giorgio Bocca nella trasmissione “Che tempo che fa” ha criticato duramente la tv e i giornalisti. Schiene troppo poco dritte?
Non ho l’autorevolezza per dare giudizi così netti. Certo ci sono due rilevazioni inevitabili da fare. Da una parte ci sono quelli che riescono ad adeguarsi in ogni momento al governo di turno. Si fa molto in fretta, diceva mio padre, a salire sul carro del vincitore e vale anche per la nostra categoria. Ma poi ci sono gli altri, ci siete voi, ci sono spazi televisivi che consentono ancora alla gente di capire cosa succede nel Paese. E per questo li prendono di mira e li vorrebbero cancellati. Penso a molte trasmissioni di Raitre. O a La7 che sta rischiando di soccombere”.
(Stefano Corradino – www.articolo21.org)