“Siamo nell’assenza totale del governo e di una politica industriale. Si stanno occupando dei fatti loro, si divertono alle spalle degli italiani e non affrontano minimamente i problemi di chi lavora, paga le tasse e fa andare avanti veramente il Paese”. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, intervistato da Articolo21 parla della manifestazione di domani, e di “una democrazia a rischio senza il riconoscimento dei diritti fondamentali”. E condivide la proposta di Articolo21 di una grande manifestazione unitaria a difesa della Costituzione:”Mettiamo al centro della mobilitazione anche il tema del lavoro, perno centrale della Carta“.
Domani la manifestazione nazionale della Fiom. In un momento così difficile per il Paese e per il lavoro, che non sembra proprio essere al primo punto dell’agenda del governo, con che spirito scendete in piazza?
Le persone che lavorano e quelle che hanno a cuore l’interesse del Paese domani saranno in piazza per difendere il lavoro e i diritti. Già la manifestazione di Bologna che ha riempito in piazza Maggiore e che è stato un assaggio di quella di domani e di quelle future ha chiarito inequivocabilmente che c’è una parte importante del Paese che chiede un cambiamento radicale della politica economica del governo e che non è d’accordo con il modello Marchionne. E chiede che l’equazione lavoro diritti sia garantita e che i contratti nazionali mantengano il loro valore.
Il sì a Mirafiori ha vinto di misura nonostante quello che avete definito un referendum ricattatorio. Quanto pesa oggi e in futuro l’ottimo risultato della vostra mobilitazione?
Il risultato di Mirafiori è chiarissimo: la maggioranza di quei lavoratori non è d’accordo. Lo ammette lo stesso Marchionne quando dice che deve parlare anche a quelli che hanno votato sì per paura. Lui sa perfettamente che quel modello, che vede un peggioramento delle condizioni e la cancellazione del diritto a contrattare in fabbrica non è accettato dai lavoratori della fiat. Senza consenso le fabbriche non funzionano.
Quali saranno le parole d’ordine della manifestazione di domani?
Chiediamo alla Fiat di riaprire un vero tavolo negoziale, chiediamo a Confindustria e a Federmeccanica di non procedere sulla strada della cancellazione del contratto. Ma ci rivolgiamo anche anche alle altre organizzazioni sindacali e chiediamo loro di fermarsi e di riflettere perchè aver ceduto a un ricatto non risolleva certo da un problema ma al contrario apre una diga di attacco ai diritti.
Nessuna richiesta al governo?
Eccome. Siamo nell’assenza totale del governo e di una politica industriale. Si stanno occupando dei fatti loro, si divertono alle spalle degli italiani e non affrontano minimamente i problemi di chi lavora, paga le tasse e fa andare avanti veramente il Paese.
Siamo così indietro rispetto agli altri Paesi?
L’Italia non può porsi l’obiettivo di competere con la Polonia, la Turchia o la Serbia. Con tutto il rispetto di questi Paesi, il nostro deve essere in grado di competere con nazioni come la Francia e la Germania, sulla qualità dei prodotti e sulla qualità del lavoro.
E’ solo un problema di lavoro o è a rischio la stessa democrazia del Paese?
La democrazia in Italia è seriamente a rischio perchè quando qualcuno cerca di cancellare i diritti significa che un paese non è libero. Secondo me non c’è democrazia laddove i lavoratori non hanno diritto nè di eleggere i propri delegati nè di votare i propri accordi. I referendum si fanno solo quando li chiede Marchionne e quando i lavoratori sono sotto ricatto.
Che ruolo ha avuto l’informazione prima, durante, dopo il referendum di Mirafiori? Non si corre il rischio che dopo i “picchetti mediatici” ai cancelli si possano spegnere i riflettori?
E’ un rischio che dobbiamo scongiurare. Pomigliano, Melfi e Mirafiori e le tante testimonianze di grande dignità dei lavoratori hanno avuto la forza di rimettere al centro la condizione di chi lavora, far riemergere lo sfruttamento, far capire che le catene di montaggio esistono ancora. In parte ci siamo riusciti, ma non ancora a sufficienza
In che modo dovrebbe essere trattato il tema del lavoro?
Non a compartimenti stagni ma come un problema complessivo, perchè riguarda i diritti, la precarietà, la sicurezza, le prospettive di lavoro degli studenti, il futuro dei giovani. I media (e la politica) che hanno praticamente cancellato il lavoro dall’agenda in questi anni devono ricominciare ad occuparsene. Affinchè sia data una speranza nuova, futura e seria a chi lavora.
Articolo21 ha lanciato la proposta di una grande manifestazione nazionale unitaria che metta insieme, senza distinzioni di parte, tutte le forze politiche e sociali che si richiamano ai valori della Costituzione italiana. Che ne pensa?
Credo sia un progetto importante. E che ad unificare la piazza e la difesa della Costituzione sia anche il tema del lavoro. Perchè non si può dire che Marchionne va bene quando cancella il diritto di sciopero e la libertà sindacale. Difendere la Costituzione significa principalmente battersi per il diritto al lavoro.
Quanto siamo lontani dalla piena applicazione dell’articolo1?
Per adesso la nostra Repubblica più che sul lavoro sembra fondata sullo sfruttamento del lavoro.
(di Stefano Corradino)
http://www.articolo21.org/2485/notizia/fiom-landini-la-nostra-e-una.html