ANDREA VIANELLO (Mi manda Raitre)

Per restituire i diritti negati
a cura di Stefano Corradino (www.raitre.rai.it)

Il 23 settembre è tornato in onda “Mi manda Raitre”. Non più il mercoledì ma il venerdì. Sempre in prima serata. Rinnovata la scenografia, più spazio alle inchieste sull’aumento di prezzi e tariffe. Un appuntamento di approfondimento ed informazione per imparare a difendere i propri diritti di cittadini e di consumatori. Alla conduzione ancora Andrea Vianello.

E’ appena iniziata la nuova edizione di Mi manda Raitre. La seconda per Lei. Quale bilancio trae della edizione dello scorso anno?
Un bilancio assolutamente positivo, dal punto di vista personale e professionale. Mi sono subito innamorato del programma e ho trovato una squadra fantastica a partire dagli autori Stefano Coletta e Sara Veneto.

Lei conduce un programma storico per la rete.
E che porta il nome della rete, una bella responsabilità! Sottolinerei che è un programma di punta del servizio pubblico, un concetto quest’ultimo al quale sono particolarmente legato: il servizio pubblico ha un ruolo fondamentale per i cittadini, a volte perfino coraggioso.

Mi manda Raitre è un programma di servizio?
E’ la connotazione piu’ frequente che gli viene attribuita ma è qualcosa di più, è anche un programma di approfondimento giornalistico: ogni caso, affrontato nel nostro programma, piccolo o grande che sia, ha infatti le caratteristiche di un’inchiesta.

Avete iniziato la nuova serie con un puntata sulla sicurezza dei farmaci in commercio. Cosa avete previsto per le puntate successive?
Parleremo di danni ai consumatori, disservizi, inefficienze della burocrazia … Il denominatore comune è rappresentato dalla volontà di restituire il diritto negato, un risarcimento non solo economico, ma soprattutto morale.

Richiamate quindi istituzioni ed aziende alle loro responsabilità…
Si, ma nell’ottica costruttiva di migliorare il rapporto tra enti ed utenti, imprese e cittadini. Istituzioni ed aziende non devono sentirsi sotto processo, al contrario devono approfittare della nostra trasmissione per migliorare le occasioni di confronto con i cittadini.

Sono numerose le segnalazioni che ricevete?
Moltissime, un volume di e-mail e telefonate davvero impressionante. Circa 800 al giorno. E ci tengo a dire che tutto quello che arriva viene letto e verificato attentamente. E’ ovvio poi che non tutti casi possono essere trattati. Servirebbero 800 puntate al giorno…

Una segnalazione importante che ricorda?
Basti pensare a quella della puntata appena andata in onda sui farmaci. Uno spettatore ha telefonato per dirci che il suo medico di fiducia continuava a prescrivergli proprio quel farmaco di cui parlavamo e che è stato ritirato da un anno.

I cittadini trovano pertanto nella trasmissione un luogo dove manifestare il proprio malcontento nei confronti dei disservizi. La tv sostituisce gli sportelli per i reclami nelle istituzioni?
E’ meglio dire che una “tv utile” si puo’ caratterizzare come cassa di compensazione in quei rapporti spesso cosi’ complicati tra i cittadini e chi è deputato a fornire loro un servizio. Certo è un pò sconfortante che la tv debba essere l’ultima spiaggia per risolvere alcuni problemi individuali (e collettivi) così frequenti e saremmo molto più contenti se avessimo meno segnalazioni… In ogni caso penso che questo sia un modo nobile di utilizzare il mezzo televisivo.

La penultima puntata della scorsa edizione l’avete dedicata alla strage di Ustica, un tema importantissimo ma che fuoriesce un pò dal clichè delle puntate abituali…
Apparentemente sì, tuttavia anche questa tragica vicenda la abbiamo affrontata con l’angolazione che è propria del nostro modo di osservare la realtà: e abbiamo scoperto che a differenza delle altre stragi, per i familiari delle vittime di Ustica non è stato previsto un indennizzo. Sono stati gli stessi familiari a rivolgere a noi il loro grido di dolore; al danno già enorme della mancata verità storica si aggiunge quello della giustizia negata. Evidentemente ci sono vittime di serie A e vittime di serie B.