IL SALVAGENTE – Pari condizioni in tv per tutti i soggetti politici che partecipano alla campagna elettorale. E’ questo il principio denominato “par condicio” e decretato da una legge approvata nel 2000. Se c’è voluta una normativa per sancire un eguale trattamento significa, evidentemente, che in precedenza tale condizione di parità non veniva per nulla garantita: chi disponeva di ingenti mezzi personali si assicurava l’accesso ai media; chi di tali mezzi non disponeva restava fuori. Poniamo per ipotesi che nel 1994 in Italia un imprenditore televisivo avesse deciso di fare politica e utilizzare le sue emittenti per occupare più spazio degli altri nei tg, nei talk show, perfino nei giochi a premi. Cosa sarebbe successo? La storia la conosciamo bene perché ciò che in qualsiasi altro paese sarebbe considerato fantapolitica in Italia è successo. Quella del 2000, ben lontana dall’essere una legge perfetta per garantire effettivo pluralismo indicò quantomeno regole precise per evitare clamorose diseguaglianze di trattamento. In caso di violazione delle regole le emittenti devono garantire spazi compensativi ai soggetti che hanno ottenuto minor visibilità e vengono condannate a pagare una multa. Ma le sanzioni pecuniarie non spaventano certo i facoltosi editori/candidati… Fatto sta che, secondo il monitoraggio elaborato dalla società Geca per Agcom nelle prime tre settimane di dicembre 2012 il partito dell'(ex) presidente editore continua ad essere di gran lunga il primo partito con record di presenze su tutte le tv. E alle barbariche invasioni del Cavaliere in questa breve ma intensa campagna elettorale si uniscono le selvagge occupazioni di Mario Monti. E quando saranno garantiti tempi compensativi ai partiti e ai movimenti politici minori? Quando la campagna elettorale sarà conclusa e il Parlamento eletto? Ciò che tuttavia dovrebbe preoccupare maggiormente il telespettatore medio non è la visibilità sproporzionata di alcuni soggetti ma l’invisibilità sostanziale degli oggetti: i temi di attualità italiana ed internazionale scompaiono dall'”agenda televisiva” salvo essere riesumati da qualche giornalista nell’atto di intervistare i candidati. Per sapere dei 60mila morti in Siria, dei 3/4 morti al giorno sulle stragi sul lavoro, delle violenze sulle donne, delle piccole e medie imprese che chiudono e delle difficoltà a pagare le bollette bisognerà aspettare (e non è detto) la fine delle elezioni.
di Stefano Corradino