Eravamo in attesa di un altro colpo di genio che è prontamente arrivato: l’on. Fabio Garagnani, Pdl, ha appena proposto una esemplare modifica al Testo unico della scuola: “Un insegnante che fa propaganda politica o ideologica nelle scuole può essere sospeso dall’insegnamento per almeno 1-3 mesi”. In esclusiva per i lettori del Fatto pubblichiamo le modifiche ai programmi scolastici che saranno applicate già a partire dalle prossime settimane. Il docente che non si dovesse attenere alle nuove regole rischierà come preannunciato la sospensione e, qualora fosse recidivo, la pena sarà commutata in fustigazione davanti al portone del suo istituto.
– Storia: quella moderna e contemporanea dovrà essere evitata. Qualora non se ne potesse proprio fare a meno, l’insegnante dovrà essere guardato a vista mentre pronuncia parole come “comunismo” o “fascismo” per verificare che con il tono della voce o l’inarcamento delle sopracciglia non esprima una qualche inclinazione. Sorvolare anche sui tiranni della Grecia antica per evitare facili paragoni con i sultani dell’Italia contemporanea. Ammessa la narrazione di Romolo e Remolo.
– Geografia: ridisegnato il mappamondo e cancellati tutti i Paesi a nord dell’Italia onde evitare che dalla Svizzera all’Islanda qualcuno possa bollare i padani come “terroni”.
– Italiani: con l’approvazione del federalismo, e in previsione della secessione, la lingua italiana, equiparata al latino, sarà considerata lingua morta. Pertanto saranno materie di studio i dialetti ad eccezione di quello romano, napoletano, abruzzese, molisano, calabrese, lucano, pugliese, siciliano e la lingua sarda, giudicati di difficile apprendimento.
– Filosofia: oltre ai testi di Marx e Nietzsche, ispiratori delle principali ideologie del Novecento sarà vietato anche lo studio del presocratico Talete secondo cui tutto, in ultima istanza, era costituito da acqua. Chiara l’intenzione del filosofo greco di condizionare l’elettorato italiano alla vigilia del referendum.
– Lingue straniere: esteso l’apprendimento alle lingue del Nord Africa e del Medio Oriente. Titolari delle cattedre saranno le nipoti minorenni di Mubarak, Gheddafi e Ben Ali, che periodicamente svolgeranno corsi di formazione nelle ville di Arcore e Palazzo Grazioli.