Una firma contro la "porcata"

Cinquantaquattro. Sono i giorni che abbiamo a disposizione per raccogliere 500mila firme, il numero necessario per far partire la macchina del referendum elettorale che dovrà abolire il cosiddetto “porcellum”. Una legge pensata per sottrarre ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. Da quando nel dicembre 2005 la legge è stata approvata, chi siede in Parlamento è infatti nominato esclusivamente dalle segreterie dei partiti.

Le regole elettorali sono uno strumento fondamentale della nostra Costituzione e della vita democratica. Se non funzionano, non funziona la democrazia. Abrogare questa legge, come afferma Andrea Morrone, presidente del Comitato referendario per i collegi uninominali è la condizione essenziale affinché “la Costituzione repubblicana sia resa, di nuovo, effettiva: per non essere più costretti a subire la “violenza politica” di dovere accettare “tutto o niente”, segnando, nella scheda elettorale, una croce su una lista di candidati integralmente scelti da altri e da pochi (com’è accaduto nelle elezioni del 2006 e del 2008): candidati spesso sconosciuti, spesso senza esperienza politica, senza nessun collegamento con i territori che pur dovrebbero “rappresentare”, semplicemente scelti – per meriti tutt’altro che indiscussi – da chi può premiarli, per ragioni spesso indicibili, con uno scranno in Parlamento”.

Inutile e ridicolo pensare che lo stesso Parlamento nato e consolidatosi con questa legge possa volerla abrogare o riformarla: chi l’ha voluta detiene ancora la maggioranza, nonostante il suo autore materiale, il ministro Roberto Calderoli, l’abbia definita lui stesso una “legge porcata”. Porcata perché truffaldina come ha più volte ripetuto Giovanni Sartori. Truffaldina perchè “assegna un premio di maggioranza alla maggiore minoranza”. Per effetto di questa legge se per esempio alle prossime elezioni Berlusconi si ricandidasse, ottenesse il 30% del voti e nessun altro partito o coalizione arrivasse a tanto, Berlusconi avrebbe alla Camera il 55% dei seggi.

L’unica possibilità per cancellare questo mostro giuridico è pertanto affidata agli stessi cittadini. Il tentativo fatto due anni fa è fallito allorché il referendum non raggiunse il quorum. Ma oggi, sull’onda dello straordinario risultato ottenuto il 12 e il 13 giugno l’abrogazione di questa legge è possibile.

Da oggi al 30 settembre serve però uno sforzo straordinario da parte di tutti e fin da subito è fondamentale che si costituiscano comitati territoriali e che ognuno di noi, singolarmente o in gruppo vada a firmare, faccia circolare l’informazione. Che si allestiscano banchetti perfino nelle spiagge tra gli ombrelloni e i chioschi di bevande, in montagna tra i parchi e le riserve naturali, nelle città accanto all’ingresso dei musei o all’entrata dei botteghini dove si fa la fila per un concerto o un film in un’arena.

Abbiamo lottato e vinto contro la privatizzazione dell’acqua, il nucleare e contro una delle tante troppe leggi ad personam. Adesso dobbiamo impegnarci tutti insieme affinché sia restituità la dignità ai cittadini-elettori contro le tante caste e logge che vorrebbero costringerci al silenzio e alla logica della delega in bianco.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/08/una-firma-contro-la-porcata/150415/