Alla prima minorenne si gridava allo scandalo, alla decima era “l’uomo che ama le donne”.
Anche lo storico alleato del Sultano, la Lega, ci ha abituato (ma speriamo non ancora assuefatto) alle figuracce più imbarazzanti e alle crociate più turpi: omosessuali (“Froci!”) meridionali (“Terun!”), extracomunitari (“Negher!”) o alla bandiera italiana da buttare nel cesso.
Protagonista della notizia è proprio il vessillo nazionale.
Domenica scorsa a Milano, durante il corteo promosso dalla Lega in Piazza Duomo, in uno sventolare gioioso e fragoroso di drappi verdi e gagliardetti celtici all’improvviso spunta un tricolore sollevato da giovani del Psi.
Un oltraggio, un affronto! Come se Milano appartenesse all’Italia… I militanti leghisti, vilipesi da tale inspiegabile e intollerabile provocazione, si inalberano: “Chi osa sventolare la bandiera italiana in un corteo padano?”, “Ma dove vi credete di essere?”… “Italiani di m…” avrà aggiunto qualcuno.
Le forze dell’ordine, accorse sul posto per riportare la calma piuttosto che difendere i giovani socialisti e l’orgoglio nazionale avrebbero ordinato loro di ripiegare la bandiera…
“Piangi, che ben hai donde, Italia mia” declamava Giacomo Leopardi…