Cesare è cardiopatico, diabetico. Ha bisogno di cure immediate. “Non si trovavano posti letto” si giustificherà poi la Asl competente. E così il paziente viene lasciato su una barella. Per tre giorni. Sono i familiari a trovare una soluzione in extremis nella vicina Aprilia. “Ma quando siamo andati a prendere mio marito – racconta la moglie Angela – era già morto“.
Angela denuncia la struttura sanitaria. Partono numerose interpellanze parlamentari per far luce sui fatti. Tv e giornali si occupano della vicenda le prime settimane poi, l’episodio, come troppo spesso accade, viene dimenticato; ma la Giustizia ha continuato a fare il suo corso fino ad arrivare, nella giornata di ieri, al rinvio a giudizio per omicidio colposo di tre medici e sette infermieri disposto dal Gup del Tribunale di Velletri Antonio Cairo.
E’ l’ennesimo inquietante caso di malasanità italica, una piaga indegna di un paese civile in cui la salute è soggiogata ai comportamenti fraudolenti, alle truffe e agli sprechi di denaro pubblico. All’indifferenza, al malaffare, agli interessi privati e alla correità di tanta parte della politica. E per i veri responsabili il giudizio è, quasi sempre, rinviato. A data da destinarsi…