Non tutta l’informazione va alla guerra. Luigi Pelliccia, il nostro “Berlusconi” orvietano – dimostrando di essere di gran lunga meglio dell’originale in fatto di pluralismo dell’informazione e senso civico – su “RTV Aquesio”, nei tg quotidiani e in altre trasmissioni di informazione, ha pensato bene da qualche giorno di inserire il logo della pace nell’angolo basso dello schermo. Un segno che giudichiamo importante e significativo, segno di una sensibilità che dovrebbe appartenere a tutti gli organi di informazione.
Il conto alla rovescia per la guerra sembra sempre più ravvicinato, sebbene gli Usa abbiano affermato di poter attendere un’altra settimana; non per far lavorare l’Onu alle ispezioni ma, essendo in schiacciante minoranza, per riuscire a convincere quanti più Paesi membri dell’assemblea generale a sposare la sua personale guerra contro il dittatore iracheno.
Orvieto non sta a guardare. Dalle finestre e dai balconi sono ogni giorno di più le bandiere della pace che testimoniano l’opposizione alla guerra. Gesti simbolici ma densi di significato che speriamo coinvolgano altre centinaia di donne e di uomini della nostra città.
E questa sera è prevista la riunione del “Forum orvietano contro le Guerre” che ragionerà su nuove iniziative da realizzare ad Orvieto nei prossimi giorni con il contributo di partiti, associazioni, movimenti, scuole, donne e uomini preoccupati per il conflitto imminente e desiderosi di manifestare il proprio dissenso.
Da oggi Orvietosì ospita la bandiera della pace accanto alla propria testata. E lancia l’appello alle testate, cartacee e on line, di Orvieto e delle altre città affinché dichiarino la propria avversione alla guerra con questo piccolo gesto, che magari non fermerà l’intervento armato ma potrà contribuire ad allargare la coscienza critica. “Quando si sogna da soli – diceva Martin Luther King – è solo un sogno; quando si sogna insieme è la realtà che comincia”.
(Stefano Corradino – www.orvietosi.it)