In natura è un materiale molto comune. Resiste al calore. Una fibra è 1300 volte più sottile di un capello umano. Parliamo dell’amianto, una sostanza le cui polveri, se inalate, possono essere letali. Lo sanno bene i cittadini di Casale Monferrato che le hanno respirate per ottant’anni, dal 1906 al 1986. L’impiego dell’amianto è fuori legge in Italia dal 1992. Ma quelle polveri, insidiose continuano a mietere vittime. Carlo Lucarelli ha voluto raccontare quella storia in una puntata di Blu Notte che va in onda domenica 21 settembre su Raitre: “Abbiamo parlato con persone molto arrabbiate. Che con poche parole, poche ma efficaci esprimevano con disarmante chiarezza il loro dramma umano: “lavoro tutta la vita per poi morire del mio lavoro”…
Com’è nata l’idea di una puntata sul tema delle morti sul lavoro causate dall’amianto?
Dalla consapevolezza che è un tema importante. Da un pò di tempo mi era capitato di incrociarlo. Molti dei miei amici scrittori come Massimo Carlotto se ne sono occupati.
Era una vicenda che conoscevi?
No, ne sapevo poco. E’ un tema che se non ti ci imbatti direttamente rischi di non conoscerlo. Un pò di tempo fa ho avuto alcuni incontri con i comitati di Monfalcone e sono stati loro a sollecitarmi ad occuparmene. Così abbiamo cominciato a studiare questa vicenda e a riflettere su come raccontarla.
E cosa viene fuori su questa vicenda?
Innanzitutto la vicenda stessa. Noi non siamo un programma che scopre chissà quali segreti. L’unico segreto è che ci sono delle storie che dovrebbero essere conosciute e invece non lo sono.
Viene fuori una vicenda umana molto importante e molto forte. Una tragedia enorme che i familiari delle vittime ci hanno voluto raccontare in tutta la sua drammaticità.
Quella di Casale Monferrato è una delle storie più emblematiche del fenomeno delle morti bianche.
Lo è, anche perchè ciò che emerge in modo brutale è il valore, o meglio il non valore che molti danno al lavoro. Se l’equazione è lavoro uguale soldi la morte può essere un costo calcolato e la metti nel conto dei rischi possibili. L’equazione dovrebbe essere invece lavoro uguale vita.
Era una strage che si poteva evitare?
I rischi dell’uso dell’amianto erano noti.
Ma qualcuno faceva finta di niente. Ignoranza o omertà?
Di omertà ce n’è stata in abbondanza tra quelli che lo producevano e ce ne hanno messo di tempo ad ammettere il pericolo. Diverso è il discorso dei lavoratori. Perchè in fondo fai fatica, tu lavoratore, a pensare che il lavoro che ti permette di vivere può essere così pericolo da ucciderti. Devi esserne sicuro, altrimenti non lo capisci. E rischia di prevalere la paura di perdere il lavoro.
Domenica 21 su Raitre vedremo l’inchiesta. Ci anticipi i contenuti di questo lavoro?
Ce ne siamo occupati con il nostro taglio. Attraverso una ricostruzione attenta della storia dei lavoratori, dell’industria, delle condizioni ambientali. Sintetizzando molto poichè ci sarebbe stato da raccontare a lungo. Abbiamo raccontato la vicenda attraverso la mia narrazione, utilizzando alcuni espedienti letterari ma soprattutto atraverso le interviste a molti dei familiari delle vittime. Parliamo di gente che ha perso 5 persone nella famiglia nell’arco di pochi anni e di altre cosapevoli del fatto che, probabilmente, di qui a poco moriranno.
Prevale la rabbia o la rassegnazione?
Abbiamo parlato con persone molto arrabbiate. Che con poche parole, poche ma efficaci esprimevano con disarmante chiarezza il loro dramma umano: “lavoro tutta la vita per poi morire del mio lavoro”…
Quanto spazio c’è in televisione per questi temi?
Troppo poco. Queste storie andrebbero raccontare nei tanti contenitori televisivi, nei diversi orari di programmazione. Serve una campagna di sensibilizzazione continua. Condivido pertanto le ragioni di Articolo21 di una carovana per il lavoro sicuro nelle città toccate dal dramma delle morti bianche.
Tu racconti storie. A molti piacciono. Ad altri no. Qualcuno ad esempio non ha molto apprezzato la tua precedente puntata sul rapporto tra mafia e politica e ti hanno accusato di faziosità. hanno detto: Raitre è un’emittente che fa militanza ideologica. E sopratutto quella trasmissione della domenica sera…
Sono pochi ad averlo detto per la verità. E io rispondo serenamente che non è così. Se qualcuno mi presenta delle obiezioni serie, degli elementi concreti che riguardano i contenuti delle inchieste sono pronto in qualsiasi momento a discuterne ma dal momento che si tratta di accuse generice per me è anche superfluo parlarne. Per il resto ognuno ha il suo incontestabile diritto di critica… Io posso dire che noi facciamo una gran fatica a realizzare queste inchieste e ci teniamo ad essere il più possibile obiettivi buttando letteralmente via tutte quelle informazioni che non potremmo utilizzare perchè non sono verificate e che potrebbero essere, quelle sì, faziose. Noi verifichiamo con attenzione tutte le fonti. E’ un lavoro difficile. Se facessimo gossip sarebbe tutto molto più facile..
(Stefano Corradino, Articolo21)