Ci auguriamo che questa non sia la sorte designata per gli insegnanti e gli studenti del prossimo futuro ma le ultime notizie che ci arrivano dal mondo della scuola sono tutt’altro che confortanti.
Il 18,8% degli studenti (praticamente uno su cinque) lascia gli studi dopo gli anni dell’obbligo e non cerca lavoro. Un altro primato negativo visto che la media europea di dispersione scolastica è intorno al 14%. Una generazione che sembra rassegnata alla precarietà, che non vede nell’educazione scolastica alcun valore. “Tanto anche se avessi preso il diploma sarei finita a fare la cameriera” si sente spesso dire da giovani che hanno scelto di non proseguire gli studi.
La rete degli studenti medi ci ha appena informati della nuova genialata del ministro Gelmini: superati i “50 giorni di assenza” si viene bocciati. Alcuni fanno due conti e pensando di avere già superato il limite lasciano la scuola anticipatamente. Ovviamente nel “monte ore” ci sono anche le proteste e i giorni di occupazione e autogestione che vengono conteggiati come giorni di assenza. Chiaro l’intento?
E poi, se 13 dei 35 miliardi che saranno tagliati nel prossimo triennio riguarderanno il sistema dell’istruzione. E se entro quest’anno per risparmiare saranno cancellati 135 mila posti degli organici degli operatori scolastici. E se in un liceo brianzolo alunni, genitori e il preside hanno deciso di fare una colletta per anticipare una mensilità a dieci professori che da tre mesi non percepivano lo stipendio allora, è proprio il caso di dire, che la scuola rischia di andare a puttane…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/25/da-professoresse-a-prostitute/113529/