“Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove?” Così il protagonista del film “Il muro di gomma” inizia la dettatura del suo pezzo al Corriere della Sera, con la voce rotta da lacrime di rabbia e amarezza per le menzogne, gli insabbiamenti, l’occultamento delle prove. In realtà di anni ce ne sono voluti trentatre e mancano ancora parecchi tasselli per comporre il mosaico della strage di Ustica, per conoscere i responsabili del disastro aereo del 27 giugno 1980 costato la vita a 81 persone (77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio). Ma il pronunciamento di ieri della Cassazione apre un nuovo squarcio nel muro di gomma: conferma il depistaggio, e che fu un missile ad abbattere il Dc9. A pochi minuti dalla sentenza abbiamo chiesto un commento a caldo a Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime.
Dalla Cassazione arriva l’ennesimo pronunciamento che da ragione alle vostre tesi
Una sentenza molto perché stabilisce che il dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea e perché condanna il ministero dei Trasporti e dell’Interno a risarcire la compagnia aerea Itavia, chiusa nell’immediatezza dell’evento perché si diceva che il disastro era causato da un cedimento strutturale.
E’ stata da sempre la tesi dell’aeronautica.
E ancora oggi la Cassazione sbugiarda pienamente questa tesi inverosimile.
La sentenza risarcisce delle richieste di verità e giustizia dei familiari delle vittime?
Niente affatto. Mancano ancora molti elementi e soprattutto non conosciamo gli autori del disastro aereo, chi lo ha provocato. Per questo è necessario, oggi più che ma, che il governo italiano chieda con più forza alle diplomazie e ai paesi alleati di darci, una volta per tutte, le informazioni necessarie afnchè si possano conoscere i responsabili dell’abbattimento dell’aereo civile.
Cosa può fare l’informazione per contribuire a squarciare definitivamente il muro di gomma?
Deve continuare a dare attenzione alle sentenze e a tutte le novità che emergono sulla tragedia di Ustica. E’ importante che gli italiani siano informati correttamente delle decisioni della magistratura e che anche l’informazione continui a chiedere, senza sosta, che si conosca tutta la verità.
“Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po’ di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto… Perché?” (il finale del film “il Muro di gomma”)
“Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove?” Così il protagonista del film “Il muro di gomma” inizia la dettatura del suo pezzo al Corriere della Sera, con la voce rotta da lacrime di rabbia e amarezza per le menzogne, gli insabbiamenti, l’occultamento delle prove. In realtà di anni ce ne sono voluti trentatre e mancano ancora parecchi tasselli per comporre il mosaico della strage di Ustica, per conoscere i responsabili del disastro aereo del 27 giugno 1980 costato la vita a 81 persone (77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio). Ma il pronunciamento di ieri della Cassazione apre un nuovo squarcio nel muro di gomma: conferma il depistaggio, e che fu un missile ad abbattere il Dc9. A pochi minuti dalla sentenza abbiamo chiesto un commento a caldo a Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime.
Dalla Cassazione arriva l’ennesimo pronunciamento che da ragione alle vostre tesi.
Una sentenza molto perché stabilisce che il dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea e perché condanna il ministero dei Trasporti e dell’Interno a risarcire la compagnia aerea Itavia, chiusa nell’immediatezza dell’evento perché si diceva che il disastro era causato da un cedimento strutturale.
E’ stata da sempre la tesi dell’aeronautica.
E ancora oggi la Cassazione sbugiarda pienamente questa tesi inverosimile.
La sentenza risarcisce delle richieste di verità e giustizia dei familiari delle vittime?
Niente affatto. Mancano ancora molti elementi e soprattutto non conosciamo gli autori del disastro aereo, chi lo ha provocato. Per questo è necessario, oggi più che ma, che il governo italiano chieda con più forza alle diplomazie e ai paesi alleati di darci, una volta per tutte, le informazioni necessarie afnchè si possano conoscere i responsabili dell’abbattimento dell’aereo civile.
Cosa può fare l’informazione per contribuire a squarciare definitivamente il muro di gomma?
Deve continuare a dare attenzione alle sentenze e a tutte le novità che emergono sulla tragedia di Ustica. E’ importante che gli italiani siano informati correttamente delle decisioni della magistratura e che anche l’informazione continui a chiedere, senza sosta, che si conosca tutta la verità.
“Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po’ di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto… Perché?” (il finale del film “il Muro di gomma”)
http://www.articolo21.org/2013/10/ustica-la-cassazione-fu-depistaggio-daria-bonfietti-ora-vogliamo-i-nomi-dei-responsabili/
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