“…E se si girano gli eserciti e spariscono gli eroi. Se la guerra (poi adesso) cominciamo a farla noi. Non sorridete, gli spari sopra, sono per voi…” Vasco Rossi sussurra l’inciso della sua “Gli spari sopra” in occasione della serata speciale, il 6 giugno dello scorso anno, dedicata ai venticinque anni di “Blob”. E’ in quell’occasione che Fabio Masi, che di Blob è proprio uno degli autori da undici anni, ha conosciuto la rockstar italiana per eccellenza. Da quel fatidico incontro Masi ha ideato un film documentario dal titolo “Il Decalogo di Vasco”, prodotto da Rai3 che sarà proiettato alla 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolge dal 2 al 12 settembre. La terza rete lo trasmetterà poi nella seconda metà di settembre. Quando sentiamo al telefono Masi il montaggio è completo e siamo nella fase di finalizzazione. “Venezia – ci dice – chiede uno standard cinematografico particolare e quindi stiamo perfezionando alcuni dettagli”. “Ancora non ci credo” sottolinea entusiasta. “Sto ancora cercando di realizzare questa opportunità che mi è stata data!”
Com’è nata l’idea del film su Vasco?
Dopo l’incontro del 6 giugno scorso ho realizzato un cortometraggio che poi è andato in onda su Blob e che a Vasco stesso piacque molto. Quando il corto è stato proiettato al Medimex di Bari per la presentazione dell’album “Sono innocente” ho visto all’ingresso una sagoma di Vasco. Nient’altro che un cartonato ma che mi colpii all’istante. Chiesi a Tania Sachs del suo ufficio stampa se me lo potevo portare a casa e ho fatto il viaggio di ritorno in auto con la sagoma piazzata dietro. L’idea del film è nata lì.
E che ruolo ha nel documentario quella sagoma?
La sagoma è la protagonista. Il film è un viaggio surreale in macchina di due compagni di viaggio (lo stesso Masi e l’editor Gianluca della Valle, ndr) con lo “spettro” di Vasco Rossi nei sedili posteriori.
Perché un “Decalogo”?
Perché il film, completamente girato da me e privo di immagini di repertorio, è diviso in dieci capitoli, dieci sogni ad occhi aperti della sagoma di Vasco Rossi. Il cartonato che durante il viaggio osserva il mondo fuori dal finestrino. E che, apparentemente inerte, a un certo punto, come nella favola di Collodi, prende vita a insaputa dei due driver e comincia a sognare, pensa a sé, alla sua vita… Il film è una sorta di monologo interiore di Vasco.
Per tirare fuori questo aspetto inedito di Vasco dovete aver discusso a lungo. Che idea si è fatto dell’uomo oltre che dell’artista?
Quella di un personaggio estremamente potente. Che trasmette un’energia pazzesca anche nel silenzio. E’ uno di quei rari casi in cui ti rendi conto di avere di fronte un peso massimo. Vasco non finisce mai di stupire. Nel film c’è un suo monologo davvero forte. Mentre cammina nel bosco parla degli archetipi dell’inconscio di Jung, parla della natura, tutte cose davvero fuori dalle righe rispetto a quello che si conosce normalmente di lui.
Una biografia accidentata quella di Vasco, o meglio una “vita spericolata” citando uno dei suoi pezzi cult. Spericolato oggi come ieri?
Per me Vasco era ed è tuttora un guerriero e tutta questa forza è racchiusa nelle sue canzoni ed esplode sul palco. Ma ovviamente io parlo da fan più che da critico musicale…
Fan da quando tempo?
Lo ascolto da quando ero ragazzino. Tra l’altro la prima esperienza che ho fatto nel mondo dello spettacolo è stata proprio con Vasco
In una band?
No, come facchino! (ride) Al tour “Nessun pericolo per te” scaricavo gli scatoloni e allestivo la scenografia. Per questo ancora non mi capacito di averlo conosciuto così da vicino!
Il film è stato prodotto da Rai3, una bella soddisfazione per un dipendente dell’azienda.
Il film, una produzione tutta interna, è nato in una libertà artistica per certi versi anarchica come quella che contraddistingue Blob da venticinque anni. Di fronte a questo progetto Andrea Vianello si è posto subito in maniera positiva. E come dipendente dell’azienda mi lascia ben sperare aziendalmente. Perché dimostra che è possibile realizzare qualcosa internamente. E poi il privilegio di portarlo al Festival di Venezia.
Vasco ci sarà o in poltrona vedremo la sagoma?
Ci sarà in carne ed ossa, magari con il cartonato accanto!
Intervista di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv