Un album di persone notevoli, questo è “Figu” il programma che, dopo le due edizioni del 2009 e del 2011 torna su Rai3, da domenica 15 febbraio alle 13.00. Peter Freeman (nella foto) e Alessandro Robecchi, insieme a Cristiana Turchetti hanno incollato negli anni trecentoventotto facce, nomi, storie, persone e personaggi su di un album televisivo da sfogliare in fretta, in cinque minuti. La più grande collezione del mondo, quella delle persone che meritano un piccolo posto nel ricordo di tutti. Altre cinquanta figurine in questa edizione. Tanto per poter dire: ce l’ho. Oppure: mi manca.
Freeman, come scegliete le figurine?
Con un criterio alto-basso. La nostra è una mini trasmissione pop. Passiamo da Ataturk a Fanfani, da Marcello Marchesi a Silvia Pampanini, a Elisabetta II. O Marcello Fiasconaro, che quelli della mia generazione lo ricordano bene: un’atleta hippie venuto dal Sudafrica che fece il record del mondo sugli 800 metri ma che era anche un grande giocatore di rugby. Non è una lezione ma un divertissement. Cinque minuti con la storia istituzionale di un personaggio e dei particolari che possono divertire.
C’è qualcosa di inedito?
Attingiamo dalle Teche Rai, un tesoro dove ogni tanto scopri cose molto originali. Ci sono tanti filmati semidimenticati. Come quello di Giorgio Faletti che prima di diventare famoso con il derby di Milano faceva trasmissioni per la Rai del Piemonte girando per le langhe della regione. Divertentissimo vederlo parlare con i contadini. O una vecchia intervista di Carlo Mazzarella ad Angela Davis presso la sede Rai di Milano in cui lei è doppiata da Monica Vitti.
E’ un programma da servizio pubblico?
Lo è doppiamente. Lo è per il pubblico e per la Rai che spesso utilizza queste figurine anche come “riempitivi”.
Nelle “figu” prevalgono i deceduti?
Sì ma ci sono anche i viventi, sperando che non manchino strada facendo! Ormai, considerate le edizioni precedenti siamo a quota trecentottanta figurine. Qualcuno che avevamo ritratto da vivo, poi purtroppo se ne è andato come Pietro Mennea.
Più uomini o più donne?
Cerchiamo un equilibrio, e il mio cruccio è sempre quello di mettere più donne, ma purtroppo la storia l’hanno fatta gli uomini e il rapporto tra donne e uomini entrati nel mito è 1 a 4 e questo mi dispiace
Tante leggende. Tutti sono entrati nel mito meritatamente?
Certo che no, noi ci siamo occupati anche dei cattivi. Come Saddam Hussein o Raffaele Cutolo. O Pacciani. Nei miti ci sono i buoni e i cattivi, non esiste solo una mitologia spalmata sui valori positivi.
Parliamo dei buoni, anzi dei migliori. Siamo alla vigilia di Sanremo. La “figu” per eccellenza della musica
Miles Davis, che a Sanremo non ci sarebbe mai andato.
Nello sport
Eusebio. E’ morto quest’anno, la perla nera del calcio. Ma anche Mazzola, che è vivo e lotta insieme a noi.
Il rivoluzionario
Angela Davis, nera e comunista a modo suo. Una vera leader e ancora oggi è una grande del pensiero femminista.
Il giornalista
Luigi Pintor, perché era insuperabile. L’ho avuto come direttore al “Manifesto” ma era il più grande perché quando scriveva gli editoriali lui non ce n’era per nessuno.
A proposito di figurine, facevi anche tu l’album?
Certo che sì!
E anche a te mancava qualcuno per completarlo?
Sempre e ricordo che il primo anno che feci la raccolta mi mancava Roberto Rosato che era lo stopper del Milan. Feci un’infamia: andai da un mio compagno e gliela staccai. Era attaccata con la coccolina. La presi e la attaccai sul mio. Fui un vero bastardo!
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Intervista di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv