GEPPI CUCCIARI: "Sedotta dall’arte"

“Se dopo aver visto queste puntate, anche solo una persona su cento, resterà incuriosita ed andrà a visitare uno dei musei in cui siamo stati noi, questo programma avrà centrato il suo obiettivo”. Così Geppi Cucciari comica, scrittrice, attrice e conduttrice televisiva spiega in un’intervista al Radiocorriere Tv cosa si aspetta da “Dopotutto non è brutto”, il nuovo programma in onda su Rai1, il mercoledì in seconda serata, per quattro puntate. Un viaggio nelle città di Torino, Venezia, Roma e Napoli. Un “grand tour leggero e irriverente” che racconta come cambia il gusto estetico e quanto ci sia ancora da scoprire e conoscere dell’Italia. A condurre gli spettatori da nord a sud, accanto a Geppi Cucciari c’è Francesco Bonami, critico di fama internazionale e curatore della Biennale di Venezia 2003. A lui Geppi attribuisce il merito di aver concepito il filo conduttore del bello e del brutto a seconda dei punti di vista.
Un viaggio per guardare l’arte con uno sguardo diverso perché, come scriveva Marcel Proust “Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”.

Geppi Cucciari, un’attrice e conduttrice comica alla conduzione di un programma d’arte. Come si spiega? E’ perché la comicità è un’arte o perché l’arte ha bisogno di una divulgazione più “leggera”?
La mia presenza in questo programma è probabilmente legata al desiderio di chi mi ha voluta qui, di alleggerire la fruizione di in programma che parla di arte e architettura. Questo é il programma di Francesco e la mia vorrebbe essere una presenza discreta, divertente, ma curiosa all’interno del suo racconto.
Diciamo che questo programma ha tutte le caratteristiche del primo appuntamento, con tutti i rischi che una cosa del genere può comportare. A Francesco è stato chiesto di confezionare un programma che parlasse degli aspetti inattesi di quattro città che tutti abbiamo visitato almeno una volta. Dopo aver creato degli itinerari originali, pensati in modo non banale, di Venezia, Roma, Napoli e Torino, sembrava tutto pronto per partire.

Poi la Rai e Francesco Bonami hanno pensato di affiancare alla figura istituzionale, una presenza aggiuntiva, Geppi Cucciari.
Non potevo non accettare: sono stata sedotta dal prestigio di Rai1 e di Francesco Bonami. E poi fare televisione vuol dire anche accettare le sfide; di solito i programmi culturali tout court non prevedono la presenza di un personaggio che tenta di portare anche della leggerezza. Chi desidera capire meglio l’arte e l’architettura, sotto il profilo più tecnico, probabilmente preferirà un documentario. Questo programma è diverso rispetto, ad esempio, a “Passaggio a nord-ovest”. E’ più giocoso e si prende qualche libertà nel racconto. Si cammina e sorride, si mostrano dei luoghi particolari e se ne parla guardandoli da un punto di vista diverso.

Una bella sfida l’arte in tv in seconda serata nella fascia oraria occupata dal talk show  di Bruno Vespa su Rai1. Quale ti aspetti sia l’impatto sugli spettatori?
Mi si dice che il signor Vespa a dicembre ama sempre, giustamente, riposare un pò. Questo programma non è un suo concorrente, ma una proposta coraggiosa, alternativa. Due adulti consapevoli, che, a loro modo, tentano di valorizzare questo paese e le sue innegabili risorse. Senza plastici, ma plasticamente!

“Dopotutto non è brutto” è un titolo originale e che si presta a varie interpretazioni: nella prima puntata a Venezia lei ha storto il naso su un quadro di Piero della Francesca. In questo caso il suo giudizio sembrava essere “dopotutto non è bello”!
Il titolo si presta purtroppo all’ironia di chi lo vorrà criticare, senza troppi sforzi.. Sai, l’ironia è un’arma insidiosa. Il titolo trae origine dal libro di Francesco Bonami, e intende, come il libro, ma con l’aiuto dalle immagini, sfatare alcuni luoghi comuni in merito all’algida bellezza delle cose e dei luoghi e, al contrario, alla loro accogliente bruttezza. Tutto può essere ribaltato dal potere assoluto dei gusti.

Un critico d’arte ha un suo metro di giudizio sull’arte che deriva dall’esperienza, dagli studi fatti, da un palato abituato ad approcciarsi con l’arte. Per una persona “normale” invece, qual è il confine tra bello e brutto nell’arte? E’ dato dal gusto soggettivo?
In realtà contrariamente a quanto si crede, l’arte contemporanea ha bisogno di molte meno spiegazioni di quella classica. E’ fatta non delle interpretazioni dei critici, ma delle sensazioni che scatena in chi la guarda. L’arte contemporanea è provocazione e movimento. Per questo è sbagliato pensarla come una cosa di nicchia. “Di nicchia” è potersi permettere di comprare certe opere, ma guardarle e giudicarle, è gratis, per fortuna. Noi, cresciuti con Michelangelo e Canova, sembriamo meno ricettivi rispetto a quei linguaggi ed è un peccato. Caravaggio e Maurizio Cattelan non si escludono l’un l’altro, ma si parlano. A secoli di distanza. Ed è questo il bello.

Siamo il Paese con il maggior numero di capolavori dell’arte eppure i turisti stranieri sembrano conoscere le nostre bellezze meglio di noi. La ragione sta nel fatto di avercele in casa e che ci porta a dire “prima o poi andremo a vederle” o perché manchiamo di sensibilità?
Se dopo aver visto queste puntate, anche solo una persona su cento resterà incuriosita ed andrà a visitare uno dei musei in cui siamo stati noi, questo programma avrà centrato il suo obbiettivo.

In Germania hanno fatto di una fabbrica dismessa un esempio di archeologia industriale. E fa più turisti all’anno di Pompei, i cui scavi ce li invidiano in tutto il mondo. Quanto pesa in questo squilibrio la mancanza di cura, valorizzazione e promozione del nostro patrimonio culturale?
I tedeschi dimostrano che un paese non bellissimo ma organizzato funziona meglio di un paese meraviglioso, ma un lasciato un po’ al suo destino. Noi siamo una modella in ciabatte al buio, non in passerella sotto le luci.

Nel programma andate alla ricerca di particolari anche poco conosciuti. Lei, nella vita reale, che tipo di turista è? Una turista classica o che ama scoprire aspetti meno “turistici”?
Sono curiosa, abbastanza infaticabile e amante delle cose semplici e non troppo soggetta agli imprevisti. Mi piace vedere cose nuove e almeno una volta l’anno cerco di andare in un posto dove non sono mai stata, vicino o lontano che sia. Se lo chiedessi a mio marito ti risponderebbe che sono “impegnativa e ingombrante, godzillica negli approcci con le nuove realtà”. Credo si possa parlare di punti di vista somiglianti.

Tra le regioni passate in rassegna manca la tua Sardegna, purtroppo martoriata dal maltempo delle scorse settimane. In una ipotetica seconda edizione del programma sceglierebbe una città sarda? E quale?
Mi piacerebbe più che altro andare a vedere se gli aiuti, notevoli, giunti nel mio paese, sono finiti nelle tasche giuste e utilizzati davvero per la ricostruzione.  E sulla bellezza della mia terra, e sulla bruttezza di chi l’ha devastata costruendo a caso, penso si  possa fare, purtroppo, più di una puntata.

 

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