Cinema e “valenza politica”. Censura. Stupidità. Addirittura la rievocazione del Minculpop. Sono numerose le reazioni alla decisione del Maxxi di Roma di anullare la proiezione in Italia di “Girlfriend in a Coma”, il documentario realizzato dall’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott, e dalla filmaker italiana Annalisa Piras. Tra le altre, la petizione lanciata da Stefano Corradino, direttore di Articolo 21. Che scrive: “Il film non sarà proiettato prima delle elezioni per la sua valenza politica”. E ancora: “Perché non si dovrebbe proiettare un film “politico” prima delle elezioni? Se passasse questo concetto dovrebbe essere cancellata la programmazione dalle sale di decine di film italiani e internazionali, attualmente in circolazione, che hanno “valenza politica” quanto trattano di guerra, di lavoro, di eutanasia”.
Il declino morale del Paese. L’appello è rivolto a Giovanna Melandri, presidente del Maxxi: “Le chiediamo di fare marcia indietro, di riprogrammare l’uscita del film prima delle elezioni, così da evitare l’ennesima brutta figura in Italia e all’estero”. E lo stesso Emmott ha commentato così la decisione del museo romano: “Mi basavo sui fatti. E nel film racconto il declino morale, politico ed economico dell’Italia negli ultimi venti anni. La mia è un’opera indipendente. Sono innamorato dell’Italia, esasperato da un paese in coma ma non senza speranza. Se al Maxxi non ci vogliono andremo altrove”.
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