Commodity, dumping, plusvalenza, rating, rendimenti di scala, spin-off, stagflazione, stakeholder… Ogni anno dizionari ed enciclopedie si aggiornano arricchendosi di nuovi termini in gran parte economici, espressioni per lo più anglofone diventate parte del lessico corrente di economisti ed esperti, esponenti del mondo accademico e politico. Ma quanti ne conoscono il significato? Quanti riescono a districarsi nelle analisi macro o microeconomiche di tv e giornali? “2Next – Economia e Futuro” il programma di Rai2 in onda il martedì in seconda serata si propone di fare un’informazione economica alla portata di tutti, e raccontare l’economia reale del paese, la crisi e le speranze di ripresa. A condurlo la giornalista Annalisa Bruchi, Master alla London School of Economics and Political Science, che rivela al Radiocorriere Tv come sarà la nuova stagione iniziata con la puntata del 7 ottobre.
Le prime pagine dei giornali in questi giorni sono tutte dedicate ai temi economici, dall’art.18 al Tfr, dal Def ai dati del Pil. Come districarsi in questo universo di acronimi?
Semplice, si guarda 2Next! Lo scopo del nostro programma è proprio quello un’informazione economica comprensibile a tutti. Quando ad esempio parliamo di Def (Documento di Economia e Finanza, ndr) cerchiamo di spiegarlo sempre dall’inizio per evitare che diventi parte di un dialogo solo tra addetti ai lavori. Se utilizzi un linguaggio fruibile puoi parlare di tutto, dal fiscal compact al patto di stabilità. Ed è quello che facciamo noi anche attraverso una grafica semplice, filmati, l’aiuto di esperti. E talvolta divertendo i telespettatori come fa Dario Vergassola in “2Next” con le “istruzioni per l’uso”. Ovviamente a tutti gli ospiti chiediamo sempre uno sforzo nel rendere gli argomenti trattati facilmente accessibili. E’ una scommessa che dopo tre edizioni pensiamo di aver vinto anche sul piano degli ascolti.
C’è una forte interazione del pubblico con il programma, specie attraverso il web e i social. Qual è il tema più sollecitato?
Il dramma della disoccupazione è il tema che preoccupa maggiormente i telespettatori. Cerchiamo di raccontare le storie di questi “invisibili”. Il termine non mi piace ma quando sei disoccupato e perdi il posto l’aspetto più terribile è che diventi pressoché invisibile al mondo del lavoro. Ma ovviamente uno degli argomenti più sensibili è anche quello delle pensioni. Con milioni di italiani sulla soglia di povertà che con la loro misera pensione non riescono a vivere.
Cavalcate l’attualità dei temi o ci sono argomenti che intendete sviluppare e approfondire al di là della stretta contingenza?
La formula di “2Next” è quella di un “magazine”, pertanto saranno molte le domande sui temi di stringente attualità economica ma daremo molto spazio anche agli approfondimenti, come quello del “made in Italy”.
Dal vostro osservatorio privilegiato quale atteggiamento prevale tra i cittadini? Preoccupazione, rabbia o rassegnazione?
La rabbia c’è ma sono sparuti focolai. Ciò che prevale è la rassegnazione, la depressione, lo scoraggiamento, anche in relazione agli ultimi dati economici che non sono per nulla incoraggianti. E così molti decidono di smettere di studiare e di cercare lavoro.
Novità di questa edizione?
Proporremo una rubrica di “cacciatori di teste” che daranno consigli ai giovani – praticamente uno su due è disoccupato – su come entrare nel mercato del lavoro. Ma i consigli saranno rivolti anche a quella fascia che va dai 45 ai 55 anni che hanno perso il lavoro. Consigli su come rimettersi in gioco. Cercheremo non solo di mettere in evidenza i problemi ma anche di cercare possibili soluzioni.
Avremo poi per un mese una rubrica curata da Jeremy Rifkin che ci ha fatto un grande regalo con questo spazio e che ci spiegherà i caratteri di quella che lui definisce “la terza rivoluzione industriale in atto”.
C’è un ospite che manca ancora all’appello nella tua trasmissione?
Due nomi su tutti che ancora non sono riuscita ad avere: il re della nutella Michele Ferrero e l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, entrambi piuttosto restii ad andare in tv. Tra l’altro abbiamo capito che i telespettatori della nostra trasmissione prediligono gli imprenditori ai politici perché possono dare consigli utili e concreti a chi è in cerca di lavoro.
Articolo di Stefano Corradino pubblicato sul Radiocorriere tv