«La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica». Lo scriveva nel 1955 uno dei padri della Costituzione, il giurista Piero Calamandrei. Di fronte alle alterazioni, o peggio ancora ai sovvertimenti subiti dalla nostra “Bibbia laica” l’indifferenza è l’atteggiamento che, per primo, non ci possiamo permettere.
E’ per questa ragione che Articolo21 insieme a numerose altre associazioni si ritrova da ieri ad Acquasparta. Tre giorni di assemblea per ricordare che abbiamo un ordinamento giuridico che gode di ottima salute. Nei 139 articoli che compongono la nostra Costituzione ci sono le norme fondamentali della vita della Repubblica: i principi a cui essa ispira la propria azione, i diritti degli individui e dei gruppi sociali che i poteri pubblici devono rispettare. O quantomeno dovrebbero. In realtà non c’è giorno che, palesemente o per vie traverse, il governo non predisponga l’ennesimo assalto alla Costituzione. A partire dall’articolo 1 che il ministro Brunetta vorrebbe modificare, magari sostituendo, con l’apporto fondamentale di alcuni suoi colleghi di governo, quel “fondata sul lavoro” con un “fondata sulla precarietà”. E gli altri a seguire: l’articolo 3 promuove la pari dignità tra i cittadini senza distinzione di razza salvo poi giustificare le bastonate agli immigrati di Rosarno (bene ha fatto ieri il presidente Napolitano a stigmatizzare l’equazione “immigrati – violenza”); l’articolo 9 promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica, ma i lavoratori dell’Ispra devono salire sul tetto decine di giorni in inverno per rammentarcelo. L’articolo 13 sancisce l’inviolabilità della libertà personale: vallo a dire ai familiari di Stefano Cucchi o di altri giovani maltrattati nelle carceri. L’antifascismo è un valore fondativo per la nostra Costituzione, per il nostro Paese, per la nostra convivenza civile. Ma ci sono sindaci, come quello di un Comune nella provincia di Piacenza che hanno deciso di cancellare dalla toponomastica del paese ”Piazza 25 aprile”, incarnando così quel triste spirito dei tempi segnato dalla volontà di riscrivere la storia, di cancellare la memoria, e sovvertire le basi stesse della nostra carta costituzionale.
E quell’articolo 21 che dovrebbe sancire il principio di una informazione libera e non soggetta a limitazioni e censure, a patto che non si parli di conflitto di interessi e non si metta in discussione il progetto di Repubblica presidenziale a telecomando unificato.
Con queste motivazioni Articolo21 sarà ad Acquasparta, per unire e non per dividere. Insieme a Libera, la Tavola della Pace, il Popolo Viola, Libertà e Giustizia, i sindacati dei giornalisti, le associazioni del cinema e dello spettacolo, la rete antirazzista… Per mettere insieme partiti, associazioni, donne e uomini sensibili ad una battaglia comune a difesa della Costituzione. Verso un “Sì Costituzione Day”, una grande manifestazione unitaria per contrastare, tornando a Calamandrei, l’indifferenza alla politica (e la nostra totale differenza con questa politica).
Ierilaltro è stato l’anniversario della nascita del Partito Comunista Italiano. Era il 21 gennaio 1921. “Odio gli indifferenti”, scriveva il fondatore Antonio Gramsci. ”Credo che vivere voglia dire essere partigiani. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti…” Altri tempi. I tempi in cui un intellettuale si faceva processare (ed arrestare) per reati d’opinione, senza scappare all’estero da latitante né architettare espedienti per sottrarsi al giudizio dei tribunali.
(Stefano Corradino – Liberazione)