Trentasei anni di carriera televisiva, ma nessuna voglia di appendere il microfono al chiodo. Maurizio Costanzo, giornalista, sceneggiatore, conduttore e autore televisivo, continua a proporre format nuovi. Dal maggio 2012, il sabato in seconda serata, abbondantemente dopo la mezzanotte, va in onda su Rai1 “S’è fatta notte”, un programma a tu per tu con ospiti del mondo dello spettacolo. È lui a condurlo, con la partecipazione di Enrico Vaime. E per il futuro? «Ho fatto per tanti anni anche il varietà – afferma -, ma forse il Costanzo Show è l’unico programma che rifarei volentieri. Il talk show è la mia seconda natura».
Un bar finto vicino alla fermata di un autobus. All’ora di chiusura, le luci soffuse, suoni e rumori che si placano: un’ambientazione suggestiva…
Il clima è un pò quello dei bar di periferia sul tardi. E, visto che andiamo in onda di notte, la scenografia mi sembra alquanto indovinata. Il cameriere sbuffa perché vuole chiudere… Enrico Vaime interpreta proprio il ruolo del cameriere che è sempre scontento quando entra qualcuno a fine serata, ma poi finisce per partecipare alla conversazione.
Perché simulare la notte?
Penso che il silenzio, l’atmosfera rarefatta permettano di ottenere un livello di confidenza che altrimenti sarebbe più difficile da raggiungere.
Mi viene in mente “La libreria del caffellatte”, luogo della fantasia dello scrittore Carofiglio nel romanzo “Ragionevoli dubbi”. C’è una libreria aperta solo la notte: si incontrano strane persone, si dialoga pacatamente…
È più o meno così. Ovviamente un bar è più frequentato di una libreria, anche se questo non è necessariamente un bene, e quindi nel nostro caso c’è una maggiore identificazione per chi sta a casa. Quaranta minuti e ogni volta un ospite diverso: Mentana, Gino Paoli e Giuliana De Sio solo per citarne alcuni.
C’è un fil rouge che lega questi personaggi?
No. Nessun filo conduttore, solo donne e uomini disposti a rispondere alle domande e a parlare di sé in quel contesto. Tante le domande con la “i”: intemperanza, inquietudine, intraprendenza, invecchiamento, innamoramento…
Perché questa scelta?
Un semplice espediente, un modo per imbrigliare la conversazione… Nessun politico.
Una scelta casuale o che deriva dall’eccessiva presenza di politici in tv?
Non c’è mai venuto in mente di invitarli. Se il programma come penso andrà avanti, allargheremo probabilmente ad altre categorie al di fuori dello spettacolo. Magari un avvocato o un architetto molto noti, ma politici penso proprio di no.
Si può dire che lei fa televisione da alcuni decenni?
Si può. È dal 1976: sono trentasei anni.
Qual è oggi il suo rapporto con la tv?
Nel mio studio ho otto televisori. Sono tutti accesi, ma senza audio. La televisione mi piace. Mi piace guardarla e farla: è ciò che più mi appartiene.
Il suo nome rimane molto legato al “Maurizio Costanzo show”
Ho fatto per tanti anni anche il varietà, ma forse è proprio il Costanzo Show su cui potrei misurarmi nuovamente. Il talk show è la mia seconda natura.
Tra quelli attuali ce n’è qualcuno che lei apprezza particolarmente?
Quello di Floris. “Ballarò” è un bel talk show, anche se è solo politico, mentre io facevo un talk dai vari sapori. Apprezzo anche alcune puntate di Vespa e con Santoro c’è un rapporto di lunga data: abbiamo lavorato molto insieme con programmi abbinati. Purtroppo non vedo conduttori giovani, trentenni…
Come è cambiato il pubblico in questi trentasei anni?
È anagraficamente più adulto perché si è allungata la vita media. La tv generalista ha un pubblico di età più avanzata, mentre oggi i giovani sono indirizzati ad altri canali di informazione come il web.
La carta stampata sta “soccombendo” per la crisi economica, ma anche per la rivoluzione della comunicazione introdotta dal web. Sarà così anche per la tv?
La tv tradizionale soccomberà, ma non subito. È certamente un rischio, ma ritengo non sia così immediato.
E’ comunque un epilogo inevitabile?
Le cose cambiano. La tv rimane sempre la stessa, ma può cambiare il mezzo per usufruirne. Seneca diceva: “Non si ferma il vento con le mani”.
Su Wikipedia si legge di lei: “Giornalista, conduttore televisivo, autore televisivo, sceneggiatore, regista, attore, paroliere e professore universitario italiano”. Cosa le manca per chiudere il cerchio?
Il balletto classico.
http://www.ufficiostampa.rai.it/sfogliabile/92912/17866/swf/radiocorriere5.pdf