“Non siamo pericolosi ma siamo in pericolo”. “Siamo senza casa”. “Siamo persone come voi”. Sono solo alcune delle frasi che ieri, per oltre tre ore, più di cento migranti in transito a Roma hanno gridato sotto la pioggia davanti al Campidoglio, riunito in seduta straordinaria per discutere proprio della loro situazione. Dopo lo sgombero del 30 settembre da via Cupa, il terzo in un anno e mezzo, i migranti (74% eritrei, 14% sudanesi, 6% somali, 5% etiopi e 1% da altri paesi) sono adesso costretti a dormire all’aperto nel giardino parrocchiale della Basilica San Lorenzo al Verano. Al freddo, sotto la pioggia. Non vogliono restare a Roma né in Italia. Il 97% ha dichiarato che vuole andare nel nord Europa perché è lì che hanno la loro famiglia. Migranti in transito, che tuttavia hanno bisogno di un tetto. Una struttura che li accolga e consenta loro di passare i pochi giorni della loro permanenza nella Capitale, dignitosamente. Ma dal consiglio comunale capitolino, sottolineano i volontari del Centro Baobab, non è arrivata nessuna risposta che possa far tirare loro un sospiro di sollievo: “Siamo stufi di veder commemorare i morti da chi non fa nulla per i vivi”.