“Questa mattina nella mia casa di Roma ho trovato una busta diretta a me. Dentro due proiettili e nuove minacce di morte: “Morirai in nome di Allah con la mano di Hezbollah perchè vai in televisione e dici bugie.” Il destinatario dell’inquietante missiva è Nello Rega, il giornalista di Televideo Rai autore di un romanzo sulla convivenza tra cristiani e islamici, una storia d’amore tra un giornalista del profondo meridione europeo e un’affascinante donna sciita.
Cos’hai scritto di tanto “irriverente” da scatenare l’ira furiosa di alcuni fondamentalisti?
Ho scritto d’amore. Dell’amore – come riporta la quarta di copertina del libro – “che si consuma tra un uomo e una donna diversi. Distanti nel modo di comunicare, di baciare, di fare l’amore”.
Un tema apparentemente innocuo. E allora perchè le minacce?
E’ stata interpetrata come una sfida nei confronti del mondo islamico e i suoi principi.
Oggi l’Ennesima minaccia. Cosa è successo questa volta?
Un altro avvertimento. E comincio ad avere paura. Una busta contenente due proiettili. E minacce di morte. La matrice sembra la stessa o forse no.
C’è qualcosa di diverso rispetto alle precedenti?
Abbiamo analizzato le minacce questa mattina con i carabinieri. Mi sembra scritta con caratteri diversi. Ci sono più errori. Magari l’autore è qualcuno che vuole emulare i primi intidimidatori. E che non si farebbe scrupoli a portare avanti questa sentenza di morte.
Hai detto di essere impaurito da questi episodi. Sarai scortato…
Assolutamente no. Quando vado a Potenza, dove vive mia madre, c’è un sistema di protezione. Se mi muovo da lì sono nelle mani di Dio… Sono isolato dalle istituzioni e non ho riferimenti. Tutto ciò mi sembra folle. Se non ci fosse stato alcun problema di sicurezza il Comitato di ordine pubblico di Potenza non avrebbe deliberato una situazione di pericolosità…
Nel mondo politico qualcuno si è interessato alla vicenda?
Sì, sia a destra che a sinistra, il problema è il silenzio delle istituzioni, a parte la Prefettura di Potenza.
Nessuna reazione da parte del Ministero dell’Interno?
Maroni non si è mosso e non capisco perchè. Nessun riscontro da Roma. Eppure è da lì che è partito tutto.
Le prime minacce?
Esatto. Era fine settembre. E’ nel parcheggio Rai di Saxa Rubra che mi hanno recapitato i primi proiettili.
Oltre alla scorta tradizionale ciò di cui avresti bisogno è una “scorta mediatica”. L’informazione che metta in luce qusta vicenda.
Magari fosse ma di informazione ce n’è stata ben poca. Oggi, per la seconda volta sono a La7. Sono stato intervistato a Canale5. Altrove mi hanno risposto che non è una notizia perchè di gente che riceve minacce con i proiettili ce n’è tanta… Questo è quello che mi fa stare più male…
Così si induce un giornalista a smettere di scrivere.
Io voglio continuare a farlo. E non voglio farmi imbavagliare. Quello che vorrei è un sistema minimo di protezione. Ordinaria e mediatica. In nome di un principio sacrosanto, quello della libertà di espressione.
(di Stefano Corradino – www.articolo21.org)