Otto lavoratori “in nero”. Un lavoratore “grigio”. Non sono le tonalità cromatiche scelte per una sfilata ma il responso di una indagine avviata dal Comando della Guardia di Finanza di Orvieto, diretta dal Tenente Gennaro Pino (nella foto).
Le nuove direttive dell’autorità di governo sul sommerso hanno disposto che i Comandi territoriali GdF, sulla base delle indicazioni di presunta irregolarità fornite dall’Agenzia delle Entrate e da una Società di Gestione ed Elaborazione Informatica (Sogei), possono effettuare specifiche indagini per snidare il lavoro nero. E così, su quattro controlli assegnati ad Orvieto, la Guardia di Finanza, coordinata dal Tenente Colonnello Luca Patrone di Terni, ha individuato pesanti irregolarità: in un locale notturno di Orvieto sono stati ravvisati ben 8 lavoratori in nero. Scoperta che è costata al locale una sanzione di circa 35.000 euro.
«Il caso più significativo a livello provinciale» ha affermato il Tenente Pino.
Il lavoratore “grigio”, scoperto nel Comune di Porano, riguarda un fenomeno diverso ma probabilmente tra i più diffusi: quello dei lavoratori “infilati” nelle associazioni in partecipazione, ai quali non vengono versati i contributi ma risultano, “formalmente”, in regola.
Se su 4 controlli assegnati ben due (di cui una piuttosto pesante) sono state le irregolarità riscontrate, tutto autorizza a pensare che le violazioni della legge siano piuttosto diffuse.
Sempre che di violazioni, nel prossimo futuro, si continui a parlare…
Il presidente del Consiglio non sembra opporsi al lavoro nero visto che ha recentemente consigliato ai cassaintegrati di Termini Imerese, qualora l’indennità prevista non risulti loro sufficiente, di cercarsi, parallelamente, un altro impiego…
E poi ci sono gli evasori. E anche su questo versante la Guardia di Finanza ha lavorato piuttosto scrupolosamente. Su 50 verifiche, 3 sono gli evasori totali individuati nel comprensorio orvietano e 12 (su 19 nella provincia di Terni) quelli paratotali (cioè quelli che hanno occultato più del 50% del reddito). Tra i paratotali qualche insegnante che non dichiarava la seconda attività svolta in scuole private, una parrucchiera, un imprenditore agricolo e uno edile, il titolare di un esercizio di abbigliamento e uno di pelletteria. I tre evasori totali individuati sono invece giovani orvietani che svolgono (anzi svolgevano) attività di intermediazione per società di comunicazione telefoniche.
Ultimo capitolo quello degli scontrini fiscali. Nel 2002, su 800 controlli 120 sono state le irregolarità ravvisate (stesso numero nel 2001 ma su 1100 controlli). Irregolarità che costano care al commerciante (sanzioni non inferiori ai 125 euro) ma anche al cliente (che deve sborsare non meno di 50 euro).
Brillante, quindi, anche per questi ultimi due aspetti, l’operazione della Guardia di Finanza. Sempre che non risulti “vana”, qualora il presidente (di cui sopra) ipotizzi un condono ad hoc per gli evasori totali e paratotali e per coloro che non rilasciano lo scontrino fiscale. Ai posteri…
(Stefano Corradino – www.orvietosi.it)