Per Sandro Ruotolo anche una scorta mediatica

“So che non sono solo”. Quelle minacce riguardano tutti. Lo ha spiegato meglio di tutti lo stesso Sandro Ruotolo poche ore dopo essere stato messo sotto scorta “solo per aver fatto il mio dovere di giornalista”. Scrive: “Certo, non è piacevole sapere che il capo del clan dei casalesi, la camorra più vicina al modello mafioso siciliano, ti vuole squartare vivo. Ma io non posso cambiare perché solo così so fare il mio lavoro”. Poi la consapevolezza: “So che non sono solo”. E un desiderio, una richiesta sussurrata: “Vorrei però che con me tanti altri giornalisti raccontino il paese reale. Ognuno con il suo punto di vista. Se si resta soli si è a rischio, se siamo in tanti a rischiare sono loro. La mafia è una montagna di merda”.

La proposta di Articolo 21. E quasi ad accogliere le parole del giornalista, Articolo 21, l’associazione per la difesa della libertà di stampa propone una “scorta mediatica” per Ruotolo. La proposta è di Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino: “Accanto alla sacrosanta scorta delle forze dell’ordine è necessaria un altrettanto diffusa scorta mediatica che impegni giornali tv e siti internet a ripubblicare le inchieste denunce circostanziate dello stesso Ruotolo”. Una richiesta da sottoscrivere.

Su twitter l’hashtag da seguire è #iostoconsandro

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