Licenziamolo. Troppo lungo l’elenco dei motivi di un demansionamento per giusta causa del presidente del Consiglio. Altrove, un capo di governo sarebbe stato cacciato (e neanche eletto) per molto meno. Qualche giorno fa Repubblica e il Fatto hanno pubblicato la notizia delle dimissioni di Rainer Speer, ministro dell’Interno del Brandeburgo (il Land che circonda Berlino). Il socialdemocratico tedesco ha lasciato il suo incarico dopo che i media lo avevano criticato duramente per il suo tentativo, peraltro fallito, di far tacere il quotidiano Bild e il settimanale Der Spiegel su alcuni illeciti, tra l’altro ancora presunti, da lui compiuti in passato, quando era ministro delle Finanze.
Quanti sono stati i tentativi, molti riusciti, altri sventati grazie alle mobilitazioni dell’opposizione, di far tacere giornalisti, autori, programmi, conduttori televisivi da Biagi a Freccero, da Anno Zero a Parla con me, solo per citarne alcuni?! Basterebbero i soli editti pronunciati da Berlusconi all’estero per sfiduciarlo, dimetterlo, licenziarlo in tronco. Se poi agli editti contro i giornalisti sgraditi ci mettiamo le accuse ai magistrati il quadro è completo. E il disegno è compiuto. Quello del Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli che con un chiaro progetto eversivo intendeva mettere la giustizia e l’informazione sotto il controllo assoluto del potere politico. Un progetto di schiacciante attualità, come evidenziano le recenti rivelazioni di una nuova P3 e come traspare nell’ultimo video in cui il presidente del Consiglio invoca norme per colpire la magistratura.
Se c’è qualcuno che sta avvelenando il clima politico e civile di questo Paese non è certo il leader dell’Idv nè coloro che, ad un’assemblea pubblica fischiano un senatore condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
In questo contesto è grave e preoccupante il dibattito nato all’indomani del tentativo di aggressione ai danni di Belpietro. La nostra solidarietà al direttore di Libero è totale, incondizionata. Ma non è accettabile che qualche esponente di governo attribuisca ad alcuni oppositori vecchi e nuovi del premier il ruolo di mandanti morali per aver criticato duramente il capo del governo e il suo servizio d’ordine. E se qualche magistrato nelle prossime ore o nei prossimi giorni fosse vittima di un attentato allora dovremmo considerare Berlusconi come il mandante politico e morale?
Licenziamolo. E’ l’unica soluzione per cercare di riportare questo Paese alla normalità, ad un confronto sano ed equilibrato tra schieramenti politici opposti che non sia inquinato da una concenzione padronale e affaristica della cosa pubblica. Per questa ragione dopo quella del 2 ottobre saremo presenti a tutte le altre manifestazioni promosse a difesa dei valori costituzionali a partire da quella per la difesa della scuola pubblica dell’8 ottobre e quella del 16 ottobre indetta dalla Fiom per la tutela dei diritti dei lavoratori dentro e fuori le aziende. E proporremo alle forze politiche, anche alla destra, come ha affermato il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti in piazza San Giovanni, di “indire una grande manifestazione nazionale per la Costituzione. Senza colori perche’ non e’ il tempo di settarismi”. Che magari si svolgesse ad Adro, per portare li’ simbolicamente il tricolore.
(Stefano Corradino – Articolo21)
http://www.articolo21.org/1847/notizia/piazza-san-giovanni-licenzia-berlusconi.html