“Rifiuti d’Italia”
a cura di Stefano Corradino (www.raitre.rai.it)
Quanti sono e dove vanno a finire i nostri rifiuti solidi urbani? E quelli industriali, pericolosi e nocivi? Che effetti provoca sulla salute umana lo smaltimento illegale dei rifiuti? A queste domande risponde “Rifiuti d’Italia”, l’inchiesta firmata da Sandro Ruotolo in onda martedi’ 12 luglio alle ore 21 su Raitre.
Nella sua inchiesta sui rifiuti, viaggiando in varie zone d’Italia lei ha fotografato varie realta’ territoriali, e problemi diversi legati all’utilizzo dei rifiuti, al loro smaltimento, agli sprechi. Qual e’ lo “stato dell’arte” dell’emergenza rifiuti in Italia?
In questo mio viaggio ho colto tre priorita’ ineludibili per affrontare questa emergenza: la riduzione della produzione dei rifiuti, il recupero delle materie e il recupero energetico. Attraverso i rifiuti infatti si puo’ anche illuminare una citta’.
Solo cio’ che non viene recuperato deve andare in discarica?
Proprio cosi’: solo quello e’ effettivamente residuale deve essere portato nelle discariche e non puo’ essere superiore al 20% dei rifiuti totali. Oltretutto le discariche hanno problemi di sicurezza e vanno controllate per decenni. Con costi elevatissimi.
Mentre lei stava terminando la sua inchiesta e’ riesplosa in Campania l’emergenza rifiuti e con essa le proteste dei cittadini in relazione alla costruzione dei termovalorizzatori. Cosa contestano?
La Campania e’ l’unica regione del sud che sta realizzando i termovalorizzatori, questi inceneritori di rifiuti in grado di sfruttare il contenuto calorico dei rifiuti stessi per generare calore, riscaldare acqua ed infine produrre energia elettrica. E’ mancata la comunicazione da parte delle istituzioni per spiegarne l’effettiva utilita’.
E’ solo un problema di informazione?
No, e’ anche un problema di fiducia. Sono anni che si parla di bonificare in Campania tutte le discariche della camorra. E non lo si e’ fatto adeguatamente. E da 11 anni c’e’ un commissario straordinario ai rifiuti. E i cittadini non si fidano. E hanno pertanto paura del “nuovo”.
Quando parla di rifiuti si pensa immediatamente al classico “sacchetto di spazzatura”. E’ a questi che lei si riferisce?
No, o almeno solo in minima parte. I rifiuti solidi urbani sono percentualmente irrisori. Gran parte dei rifiuti sono quelli industriali, edili, sanitari. Che sono rifiuti nocivi.
Quando avviene, lo smaltimento e’ regolare o si presta a business “poco puliti”?
Ho scoperto attraverso i Carabinieri e Legambiente che nel 2002, su 90 tonnellate di rifiuti prodotte ben 15 sono state smaltite illegalmente. Questa e’ l’ecomafia.
Un fenomeno relegato al meridione?
No. Nel mio viaggio sul disastro ambientale del Paese e’ emerso che il nord scarica illegalmente non solo al sud ma anche nello stesso settentrione d’Italia. Si tratta di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali, molti dei quali sono fortemente nocivi per la salute umana.
Ci sono casi documentati che dimostrano la pericolosita’ dei rifiuti per la salute?
Nel reportage racconto la storia della cava di via Luneo di Mirano, in provincia di Venezia, riempita di fanghi industriali dove si sono succedute nell’arco di pochi anni una serie di morti sospette, e dove sono in corso accertamenti da parte delle autorita’ sanitarie locali e della magistratura di Venezia.
Anche al sud si sono registrati fenomeni preoccupanti?
C’e’ un progetto pilota in Campania promosso insieme all’universita’ che studiera’ l’incidenza dei rifiuti sulla salute umana. C’e’ infatti il sospetto che alcuni picchi di mortalita’ e la nascita di bambini malformati possano essere legati alla presenza di discariche contigue alle abitazioni.
Cosa ricava lei da questa inchiesta?
Che dobbiamo amare di piu’ la nostra terra e la nostra salute.