Per la verità neanche in questo caso il premier brilla in originalità dal momento che meglio di lui alcuni alleati avevano già delegato il giudizio alle proprie narici: “Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. Così fu sorpreso a cantare l’onorevole Matteo Salvini ad una festa del Carroccio di due anni fa. “Napoli puzza, fa schifo, è incivile” affermava Borghezio qualche giorno fa.
Ammirevole inclinazione alla pulizia come dimostra la sollecitudine di Berlusconi (rigorosamente preelettorale) nell’eliminare i nauseanti rifiuti dalle strade di Napoli, salvo poi vederli rispuntare dallo zerbino.
Se tuttavia approfondiamo il pedigree del nostro Parlamento scopriamo, come ci ricorda instancabilmente Beppe Grillo che la pulizia della fedina penale è un valore meno rilevante e sono numerosi gli onorevoli (gran parte in quota Pdl e Lega) ad essere condannati in via definitiva.
Quando poi ad essere pestilenziali sono i quattrini il problema proprio non si pone. Pecunia non olet. Lo spiegava Marco Travaglio nel 2001 nell’”Odore dei soldi”, analizzando le origini e i misteri delle fortune di Silvio Berlusconi. E ancora più spietatamente lo scriveva tre anni prima il quotidiano “la Padania” quando titolava “Soldi sporchi nei forzieri del Berlusca”...
Altri tempi. Oggi la compravendita parlamentare è (quasi) alla luce del sole. L’ex deputato dell’Italia dei Valori, Antonio Razzi, raccontava di aver ricevuto una vera e propria offerta in cambio del suo voto: “Si è parlato di pagarmi il mutuo…” ma il Presidente del Consiglio ha categoricamente smentito: “non è in corso nessuna compravendita di parlamentari”.
E qui riecheggiano le parole del Colonello Kurtz nel celebre film di Coppola Apocalipse now: “…Perché non c’è niente che io detesti di più dell’odore di marcio delle bugie.”