Berlusconi non è nuovo a queste donazioni filantropiche. Lo sanno bene le assidue frequentatrici delle sue ville private, anch’esse bisognose di aiuti economici che si traducevano in banconote da 500 euro, affitti di appartamenti, macchine, gioielli…
Chissà se all’indomani della tragedia sul lavoro di Frosinone in cui hanno perso la vita sei persone il presidente del Consiglio avrà l’impulso di aiutare con eguale spirito altruistico sei famiglie che hanno perso i loro cari mentre facevano il loro lavoro? Temiamo di no dal momento che nella giornata di ieri non una parola è stata spesa dal premier per esprimere solidarietà ai familiari, per stigmatizzare l’ennesima strage sul lavoro e quel bollettino di guerra quotidiano che conta 3-4 decessi al giorno nelle fabbriche, nei campi, sulle rotaie, sulle impalcature…
Giorgio Napolitano, l’altro presidente, quello vero, colpito dalla dimensione della tragedia, ha chiesto al prefetto di Frosinone di rappresentare i suoi sentimenti di partecipe solidarietà alle famiglie delle vittime e alla comunità di Arpino. Così ha fatto sempre, e non solo all’indomani di stragi di tale portata, ma ripetutamente, affermando che un Paese non può dirsi civile quando ogni anno oltre mille persone muoiono sul posto di lavoro.
Oggi Berlusconi sarà a Strasburgo. Mentre il Paese piange e si interroga sulle mancate condizioni di sicurezza che dall’oleificio di Campello sul Clitunno alla Thyssenkrupp di Torino, solo per citare alcune tragedie, consolidano il primato italiano degli omicidi bianchi, lui se ne va. “Potevo andarci solo di martedì” ha specificato. Il primo giorno utile per accogliere l’invito dell’esecutivo dell’Unione europea a discutere della grave crisi economica internazionale. Peccato che da Strasburgo hanno spiegato con prontezza che l’incontro con Barroso è stato chiesto da Roma; e il presidente del Parlamento Ue Buzek ha derubricato l’incontro a visita di cortesia “da un paio di minuti”.
“Nel fango affonda lo stivale dei maiali” cantava Franco Battiato. Povera patria.