E’ da poco scesa dall’aereo Lucia Annunziata quando la intervistiamo per il Radiocorriere Tv. Di ritorno dal Kurdistan dove ha intervistato, per la prima puntata della nuova stagione di “In ½ ora” il presidente del Kurdistan iracheno Masoud Barzani. Lucia è entusiasta del risultato di ascolti. “Quando mi hanno detto che la trasmissione ha fatto registrare 1 milione 22 mila telespettatori pari al 6.68 di share non ci volevo credere. Non mi aspettavo che una puntata su un tema di politica estera, tra l’altro alla ripresa del campionato di calcio e con Valentino Rossi in gara, potesse avere questo seguito”.
Una puntata molto cruda, anche per quel reportage di tredici minuti che ha preceduto l’intervista
Ho messo insieme materiali video originali di televisioni locali, filmati non girati dai giornalisti ma da chi viveva in prima persona questa realtà. Le immagini sull’Isis sono state girate con un telefonino proprio da un Peshmerga (i combattenti guerriglieri che si battono fino alla morte, ndr)
Quale pensi sia la percezione degli italiani di quello che sta accadendo in quei luoghi?
La gran parte della gente non sa nemmeno dove si trova il Kurdistan ma penso che in questo momento i cittadini capiscono che stiamo vivendo in una situazione molto tesa, non solo per la nostra crisi economica ma anche per i conflitti internazionali. L’Ucraina, la Striscia di Gaza, le decapitazioni…
Aprire la stagione con un servizio su temi internazionali è una scelta fatta anche per segnalare che dobbiamo guardare anche al di là dei nostri confini?
Non penso sia una scelta di “interni” o di “esteri”. Di fatto anche l’Italia ha dichiarato guerra all’Isis e questo diventa inevitabilmente un grande tema di politica interna, e così l’ho svolto. Valeva la pena? Cosa ci stiamo a fare qui? Quanto ci dobbiamo restare? E cosa sta succedendo? Giusto mandare le armi? Sono tante le domande che ci dobbiamo porre. E mi sembra un tema di grande attualità. In ogni caso la nostra formula è sempre quella dell’intervista sul personaggio della settimana e questo mi sembrava il protagonista principale. Ma può essere Barzani o il portiere della casa dove abito…
Consideri la tua una trasmissione “di nicchia”?
E’ quello che spesso si afferma. In realtà penso che mezz’ora sia una taratura giustissima per un’intervista. In un’epoca in cui l’epitome della comunicazione sono i centoquaranta caratteri di twitter davvero si pensa che la gente ha bisogno di stare attaccata alla tv per tre ore? Io dopo mezz’ora mi sento morire!
Hai scritto di recente sull’Huffington Post, di cui dirigi l’edizione italiana, un articolo molto duro nei confronti del presidente del Consiglio italiano. Ponendo una domanda: “Is Renzi fit to govern?” “È adatto Renzi a governare?”
Ho scritto che è un grande politico ma molto concentrato sull’acquisizione del potere, che è di fatto una precisa linea politica. Avere il potere per poter cambiare il paese. Ciò che ho messo in discussione è la metodologia con cui sta governando.
Similitudini con i presidenti del Consiglio che lo hanno preceduto?
D’Alema. Hanno più punti in comune di quanto sembra.
Quale pensi sia l’atteggiamento della nostra informazione nei confronti dell’attuale governo?
Il mio tesserino giornalistico è del ’73. Negli oltre quarant’anni del mio lavoro giornalistico di premier ne ho visti molti, una quarantina considerando quelli “balneari” e i rimpasti. E ogni volta che c’è un premier nuovo e di grande impatto si discute del “posizionamento” dell’informazione nei confronti dei leader. Se senti Palazzo Chigi dicono che la stampa è tutta contro di loro…
E secondo te?
E’ divisa tra filo governativi e critici. Ma questa volta il fattore dominante è il crinale generazionale. Quelli sono i suoi interlocutori. Chi lo ama e chi lo odia di più sono i suoi coetanei non i “vecchi”. Il renzismo e l’antirenzismo più forte sta nei giornalisti di 40-50 anni. Di una mia critica si fa un baffo. E comunque tra noi c’è un gioco pulito. Non ci frequentiamo ma non litighiamo neanche. Non mi sento rottamata ma neanche parte della sua corsa…
Lo ospiterai in trasmissione?
E’ venuto negli anni scorsi almeno due volte l’anno. Non l’ho invitato ma quando vorrà verrà. Ovviamente con Renzi non risolvi il problema di una stagione. Ho trentaquattro interviste l’anno da realizzare…
* Intervsta di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv