“Se il vostro senso estetico non è appagato da Roma, dovete controllare di essere vivi”. L’aulica dichiarazione d’amore è di Rānia al-‘Abd Allāh, regina di Giordania nella sua visita alla Capitale lo scorso ottobre. Piuttosto che rilasciare commenti ufficiali sui suoi appuntamenti istituzionali la moglie di re Abdallah II ha voluto descrivere il suo stupore per la Città Eterna. Lo ha fatto in internet, su un social network, come fanno molti di noi che, visitando un luogo suggestivo, non aspettano altro che condividere con gli amici le proprie emozioni. Goethe manifestava le sue nel ricordare che in questo luogo “si riallaccia l’intera storia del mondo”. “Il giorno in cui ho messo piede a Roma – affermava lo scrittore tedesco – io conto di essere nato una seconda volta. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza”.
Scelta ardua e rischiosa quella di raccontare Roma quando a disposizione hai una rivista e non un volume enciclopedico. E così abbiamo fatto la nostra personale selezione.
Abbiamo deciso di parlarne attraverso le statue che nel loro silenzio raccontano la storia di Roma. Quelle meno note che sfuggono all’occhio del passante disattento.
Abbiamo disegnato un percorso alternativo dallo storico quartiere operaio della Garbatella alla “Roma fuori Roma” dei Castelli, cercando di invogliare il lettore ad assaporarne il vino novello e le antiche ricette. Abbiamo parlato della Roma del secolo scorso attraverso le pellicole che l’hanno resa famosa nel mondo da De Sica, a Fellini, a Pasolini… Abbiamo chiesto di raccontarci la “sua” Roma a un romano doc come Gigi Proietti.
E dopo che avrete letto questo numero monografico dovete tornarci. Magari non per una toccata e fuga. “Al secondo mese di soggiorno magari vi annoierete”, scriveva Stendhal nelle sue “Passeggiate romane”. “Ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall’idea di restarci”.
(Stefano Corradino “Viaggiando”)