Alzi la mano chi non ha mai visto almeno una puntata o non ha sentito parlare delle triangolazioni amorose tra i protagonisti delle famiglie delle soap opera più in voga. «Per carità io non le guardo», risponde con piglio seccato il telespettatore medio. Eppure, fanno grandi ascolti e non coinvolgono solo il pubblico femminile. Anche l’Italia ha la sua soap: “Un Posto al Sole”, nata diciassette anni fa dal format australiano “Neighbours”, è diventata in poco tempo un prodotto di successo. Ma non è come le altre. Certo, non mancano gli amori profondi, fulminei, strazianti, impossibili, controversi, che finiscono, ricominciano o si trasformano. Eppure l’aspetto più interessante e originale sta nella sua “attenzione al sociale”, che rende questa fiction spesso didattica, a tratti perfino “giornalistica”. Il disagio giovanile, la criminalità, la corruzione, i diritti civili sono pane quotidiano per la soap di Rai3. Nelle varie puntate, infatti, non mancano riferimenti all’attualità, persino in tempo reale e talvolta precorrendo i tempi. è successo per i beni confiscati alla mafia o a proposito di giornalisti e magistrati che rischiano la vita perché combattono la criminalità senza mai piegare la schiena. Il Tv Radiocorriere ha incontrato quattro protagonisti della fiction: Viola Bruni, interpretata da Ilenia Lazzarin, Giulia Poggi (Marina Tagliaferri), Franco Boschi (Peppe Zarbo) e Michele Saviani (Alberto Rossi).
L’attenzione alle tematiche sociali è stato sempre un fiore all’occhiello di “Un Posto al sole”. Negli ultimi tempi però sembra che le puntate siano ancora più concentrate su questi argomenti e colpisce che la struttura narrativa non sia “atemporale”, ma in stretta connessione con l’attualità
Viola (Ilenia Lazzarin) è così. Pur essendo una soap, l’unica rimasta in Italia e di così lunga durata, ha un valore che in alcuni casi potremmo considerare perfino “giornalistico” perché è innervata profondamente nella cronaca e nell’attualità, seguendo pari passo quello che succede nella vita reale. In alcuni casi potremmo anche dire di essere stati “preveggenti”: penso allo scandalo degli esami comprati all’università di cui abbiamo parlato tempo fa in una delle puntate. Due mesi dopo, la vicenda è esplosa ed è stata raccontata nei Tg.
Franco (Peppe Zarbo) L’attenzione al sociale, il disagio giovanile e tante altre realtà di emarginazione sono sempre state un obiettivo fondamentale di “Un posto al sole” sia da un punto di vista narrativo che come partecipazione attiva su progetti di solidarietà. Da sempre la produzione e tutto il cast sono stati impegnati a sensibilizzare il pubblico su quelle tematiche che di solito faticano a trovare spazio nei mezzi di informazione. Anche sul nostro sito diamo grande importanza al sociale, i nostri spettatori possono seguire tra l’altro le partecipazioni degli attori ad eventi o manifestazioni di varia natura.
Giulia (Marina Tagliaferri) C’è Napoli in “Un Posto al Sole”, con i suoi pregi e i suoi difetti. La città vera, non una di plastica come la vorremmo vedere. Di centri d’ascolto come quello in cui lavora il mio personaggio ce ne sono tanti in Italia. Si può avere più o meno fiducia nel loro operato, ma è indubbio che in moltissimi casi rappresentano un sostegno vero per chi ha problemi di natura psicologica o sociale. Al nord sono molto più frequenti, ma forse al sud sono “geneticamente naturali”, perché abbiamo un temperamento più duttile. Ai napoletani viene naturale parlare per strada anche con chi non si conosce…
Michele (Alberto Rossi) è vero, lanciamo parecchi temi. Lo facciamo senza assumere prese di posizione troppo nette e granitiche, ma offrendo spunti di riflessione per chi ci guarda. Non diamo tesi precostituite, ma occasioni per dibattere su questioni che riguardano la collettività. In questo modo gli spettatori sono liberi di esprimere il proprio giudizio sulle relative questioni.
Impersonate un giornalista, un’assistente sociale, un’insegnante precaria, un “pugile di strada”. Conosciamo un po’ più a fondo i vostri personaggi: chi sono Michele, Giulia, Franco e Viola e qual è il loro rapporto con le problematiche sociali della loro città e del loro tempo?
Michele (Alberto Rossi) Nella fiction sono un giornalista “con la schiena dritta”, coraggioso e che non ha paura di affrontare temi scottanti e delicati. Siamo stati spesso dei precursori: la stessa scelta di chiamare, in tempi non sospetti il mio personaggio “Saviani” e quindi a metà tra “Siani” e “Saviano” la dice lunga. Certo non abbiamo prese di posizione così nette come i vari Siani e Saviano, ma nel nostro piccolo, considerato che siamo una soap, facciamo quello che possiamo. E penso non sia poco. Nelle prossime puntate Michele si occuperà di un’inchiesta importante di cui, ovviamente, non posso svelare i particolari.
Giulia (Marina Tagliaferri) La mia Giulia è molto impegnata socialmente, prima in un centro di accoglienza, poi in una fondazione e adesso con un centro d’ascolto. Una donna che non si arrende alle ingiustizie e che interviene anche fisicamente in situazioni critiche. Attività come queste, anche nella realtà, sono spesso coordinate e gestite da donne, le conosco personalmente, che svolgono un ruolo difficile, socialmente molto utile e a tratti rischioso.
Franco (Peppe Zarbo) Il mio personaggio viene dalla strada e in passato ha rischiato di perdersi negli ambienti del malaffare, ma è riuscito a venirne fuori. Oggi è un esempio concreto per i giovani della sua palestra. A questi ragazzi parla di impegno, disciplina, forza di volontà nella boxe, ma soprattutto dei valori fondamentali della vita: lealtà, onestà e spirito di squadra. Franco Boschi spinge sempre in questa direzione e vuole dare ai giovani la forza di credere nelle proprie possibilità e portare avanti i propri sogni.
Viola (Ilenia Lazzarin) Interpreto una ragazza piena di entusiasmo e voglia di vivere, che ama insegnare. Ma, per poter diventare una docente di ruolo, impiegherà anni tra supplenze, lavori precari e varie difficoltà. Non rinuncia a un modo di insegnare sperimentale e “pedagogico”, basato sul coinvolgimento totale degli studenti. Viola mi piace anche perché io ho grande rispetto per gli insegnanti e penso che non siano retribuiti adeguatamente e valorizzati professionalmente come meriterebbero. Hanno grandi responsabilità perché nelle classi ci sono i futuri elettori, il futuro personale politico del Paese, le future classi dirigenti. Il loro ruolo è fondamentale.
In che misura la tv può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi collettivi importanti? E, nel vostro caso, quanto può fare una soap che è un genere televisivo tradizionalmente meno impegnato?
Franco (Peppe Zarbo) La tv ha avuto e ha un ruolo fondamentale. è stata all’inizio divulgatrice di cultura, di costume. Ci ha unito come nazione, è stata fondament ale nell’alfabetizzazione delle classi più popolari del Paese. Poi negli ultimi trent’anni qualcosa è cambiato: sono nati gli imprenditori della televisione e si sono appropriati di questo straordinario mezzo per vendere tante illusioni e pochi valori. è senza dubbio difficile riuscire a inserire all’interno di un programma di intrattenimento come “Un posto al sole” tematiche serie tipo droga, camorra e altro ancora facendole diventare storie. Ma noi ci proviamo ogni giorno…
Giulia (Marina Tagliaferri) In generale, la televisione ha una potenzialità educativa straordinaria nell’affrontare temi di carattere sociale. Per quanto riguarda le fiction, il discorso è diverso e molto dipende dalla “serialità”. Affrontare, ad esempio, un tema in quattro puntate può rappresentare un rischio, ma nel nostro caso siamo in qualche modo “facilitati”: avendo una programmazione giornaliera possiamo dare spunti a piccole dosi e agire in “work in progress”, come nella vita reale. Agli inizi noi attori eravamo ansiosi di sapere cosa sarebbe successo nelle puntate a venire e gli autori ci rispondevano: «Ma voi lo sapete cosa vi succederà nella vita?». Nel nostro caso la realtà quotidiana e la fiction camminano di pari passo.
Viola (Ilenia Lazzarin) Penso che la tv abbia una grandissima responsabilità perché, nonostante internet, i siti e i social network i giovani continuano ancora a guardarne molta e a discutere di ciò che la televisione trasmette. Mi piacerebbe personalmente che ci fossero meno “programmi spazzatura” che inaridiscono e impoveriscono il cervello e che i giovani seguissero maggiormente trasmissioni che stimolano pensieri sani e danno messaggi positivi.
Michele (Alberto Rossi) Credo che la tv possa essere molto utile e che noi lo siamo stati in diverse occasioni, pur avendo commesso qualche errore. Nei primissimi anni abbiamo fatto morire il personaggio di Rita (fu testimone di un omicidio e decise di denunciare il responsabile pagando con la vita, ndr) e forse il messaggio che ne scaturiva era che contro la camorra non si poteva vincere. Probabilmente in quel caso non è stata una scelta felice. Ma d’altronde sbagliando si impara e ritengo che negli ultimi anni abbiamo lanciato diversi messaggi importanti e positivi.
C’è da immaginare, dopo diciassette anni di puntate, che girando per Napoli (e non solo) chi si rivolge a voi lo fa attribuendovi i vostri “nomi d’arte” piuttosto che quelli reali. Vi sentite in qualche modo “prigionieri” del vostro ruolo?
Giulia (Marina Tagliaferri) Bisognerebbe chiedere al mio personaggio come si relaziona con me (scherza). Marina e Giulia sono molto diverse, ma è inevitabile che ci sia uno scambio reciproco: un attore non si limita a dare voce e corpo a chi interpreta, ma in un certo senso lo fa proprio. Le stesse battute, recitate da un altro, avrebbero un significato diverso…
Viola (Ilenia Lazzarin) Prigioniera no, ma nel mio caso c’è spesso una “contaminazione” nel ruolo. Siamo diverse: io sono istintiva e a tratti impulsiva, Viola invece è più riflessiva e diplomatica. E in certe occasioni cerco di comportarmi come lei nel gestire alcune situazioni e relazioni interpersonali. Questo spesso mi ha aiutato.
Michele (Alberto Rossi) Michele è un personaggio stupendo che da diciassette anni fa parte della mia vita professionale, ma lui è lui e io sono io senza confusioni di ruoli.
Franco (Peppe Zarbo) Camminando per Napoli, a volte, l’episodio appena girato continua per strada con la gente vera. Sento che loro fanno parte di noi e mi accorgo come in tutti questi anni “Un posto al sole” aderisca sempre di più a questa città, a questa realtà, a Napoli, con i suoi paradossi, il suo essere speciale, i suoi colori. è la Napoli che influenza gli umori di tutti, grandi e piccoli, il suo mare, la gente, il teatro, la musica… Tutto questo mi emoziona e a volte non capisco più chi è Peppe o Franco, ma poco importa. è straordinaria la magia che ha Napoli. Entro ed esco continuamente dal ruolo, non mi sento prigioniero, convivo serenamente anche con i suoi momenti più difficili. Do molto e ricevo tanto.
E’ appena iniziato il 2013. Cosa augurate all’Italia per il nuovo anno?
Viola (Ilenia Lazzarin) Che questa grossa crisi porti quantomeno le persone a riscoprire i valori reali come l’amicizia, i sentimenti, la famiglia. Basta con l’apparenza e il materialismo! Il problema purtroppo è che una crisi così devastante costringe la gente ad impegnarsi completamente per cercare di arrivare a fine mese.
Giulia (Marina Tagliaferri) Mi piacerebbe che gli italiani trovassero una nuova forma di coscienza interiore come cittadini per poter vivere con uno spirito di maggiore vicinanza, comunicazione e solidarietà piuttosto che chiudersi nel proprio orticello cercando di risolvere i problemi da soli.
Michele (Alberto Rossi) Una domanda da cento milioni di dollari. Difficile rispondere e non mi va di dare una risposta retorica: auguro a tutti quanti ciò che di meglio si possano augurare da soli. Ognuno sa di cosa ha bisogno dal punto di vista economico, sociale o sentimentale…
Franco (Peppe Zarbo) Vorrei che l’Italia potesse tornare ad essere il Bel Paese. E che il Napoli vinca lo scudetto.
http://www.ufficiostampa.rai.it/sfogliabile/92016/17855/swf/index.html