Hanno lasciato da poco piazza San Cosimato, dopo aver assistito alla rassegna di film all’aperto promossa come ogni anno in estate. Sono in quattro, poco più che ventenni. Si incamminano per le vie di Trastevere per tornare a casa. Indossano le magliette bordeaux del Cinema America che ha organizzato le proiezioni pubbliche e gratuite.
Ad un tratto sentono delle urla. Vengono avvicinati da un gruppo di trentenni. Sono in tre, poi diventano cinque, poi dieci. Li circondano, cominciano ad urlargli contro. “Toglietevi di dosso quelle magliette antifasciste”. I quattro sono sorpresi, increduli, spaventati. Ma le magliette non le tolgono. E in quel momento inizia l’aggressione: calci, pugni, lanci di bottiglie. Insulti, minacce, intimidazioni. E poi si dileguano.
David, venti anni, è il più grave. E’ stato colpito al naso. Valerio al sopracciglio destro. Li portano nel vicino ospedale Fatebenefratelli. Frattura scomposta è la prognosi per il primo, che dovrà essere operato. All’altro ragazzo devono cucire tre punti sopra l’occhio.
Un’aggressione squadrista. Fascista. Era già successo ad alcuni di loro poco più di due anni fa ma in questo caso la violenza è stata più feroce.
Ieri sera era in programma una nuova proiezione. Il film “Io ballo da sola” di Bertolucci con l’attore Jeremy Irons previsto sul palco per parlare del film in piazza prima della messa in onda. I ragazzi che per ore sono rimasti in ospedale accanto agli amici aggrediti e feriti non hanno rinunciato alla serata di cultura e di festa ed hanno lanciato un appello affinché gli abitanti della zona partecipino al nuovo appuntamento cinematografico indossando una maglietta bordeaux.
E l’appello è stato raccolto. In centinaia si sono riversati in piazza, per assistere al film ma soprattutto per testimoniare la loro solidarietà ai quattro ragazzi che sono stati colpiti per non essersi sottomessi alle angherie fasciste della notte precedente. Anche Jeremy Irons indossa la t-shirt
“Il fascismo – ha affermato la scrittrice Michela Murgia, anch’essa vittima di recenti insulti e minacce (sui social network) – è violento e antidemocratico perché non riconosce avversari con cui confrontarsi, ma solo nemici da abbattere”.